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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

LA PERDUTA 🌿 😃



Come dimenticare quel giorno dal bezagnìn con mia madre, quando una "forèsta" nel tentativo di tradurre e parlare italiano chiese: - Ce l'ha un po' di perduta?-

Noi, a bocca aperta, e il fruttivendolo, in risposta, con cocina pesantemente genovese:

-Scignôa, sciâ vuéiva in po' de pèrsa?-, -Signora, voleva un po' di Maggiorana?-

Eh sì, perché la "Pèrsa" è chiamata così in Liguria, e in dialetto ligure persa significa perduta, mentre nel caso dell'erba si dice Pèrsa da Persia, o della Persia, luogo da dove si pensa arrivi questa profumata erba aromatica, regina assoluta della cucina ligure.

Qui la Pèrsa non la perdiamo per niente, non c'è ripieno che non la contenga, insieme al basilico è il profumo inconfondibile della Liguria, siamo oudù de mà, misciòu de pèrsa lègia (odore di mare mescolato a maggiorana leggera), Fabrizio De Andrè docet.



Ai foresti, quelli di fuori, sembra uguale sia per il portamento che per l'odore all'origano.

Forse sono quelle cose che si imparano da bambini, non so, ma per me è impossibile confonderla, anche se somigliante.

In realtà appartengono tutte e due allo stesso genere Origanum vulgare L. uno, e Origanum majorana L. l'altra.

Difficile trovare qui la Maggiorana spontanea selvatica, da sempre è coltivata su ogni terrazzo, in ogni giardino o orto, mentre facilissimo imbattersi in estate in profumati cespugli di origano nei prati.



Per quanto riguarda l'aspetto, molto simile, potrei dire che la Maggiorana è una pianta più leggera e morbida mentre l'origano più alto e slanciato quasi a cespuglio eretto.

Le foglie, forse più piccole e pelosette quelle della Maggiorana e di colore quasi di un verde cenere. Il profumo più intenso e aggressivo quello dell'origano, un'aroma più delicato e rotondo quello della Maggiorana.

Quello che le differenzia maggiormente è il fiore, molto diverso da quello dell'origano:





Questo si intensifica con l'essiccazione, che si ottiene appena spuntano i fiori, tagliati i rami e sistemati appesi dentro a un sacchetto di carta all'ombra.

Quando secchi si eliminano i rametti e si conservano le foglioline in un contenitore.



Usata per confezionare sacchetti per profumare la biancheria, in tisana con il miele preserva la voce, ma blocca pure le fermentazioni e il meteorismo intestinale e placa le eventuali contrazioni dolorose, e anche il mal di testa.

E' usata perfino nell'industria cosmetica.

Nella cucina ligure è presente ovunque, sbriciolata in qualunque ripieno, della cima, dei pansoti, delle torte di verdura, di carciofi (qui>>>) nelle frittate, nella minestra di reginette (un tipo di pasta) e uova, nel pesce.... Si usa più spesso secca ma in estate io la preferisco fresca, insomma si mette dappertutto, impossibile perderla...

Non tutte hanno lo stesso profumo, penso dipenda dalla qualità o anche dalla terra dove si coltiva.

Personalmente ne ho sempre due piante, una con un aroma meno intenso, una varietà antica locale, di quelle che ti passi il rametto (talea) tra vicine di casa, ma che non muore mai, sparisce in inverno, per ributtare in primavera.

Un altro tipo la compero sui mercati o nei garden annusando vaso per vaso finché non trovo quella che mi piace di più. Questa ultima difficilmente riesco a tenerla fino alla primavera dopo o al massimo per due stagioni.

Sempre da pettegolezzi tra comari ho scoperto che per averla rigogliosa bisogna usare terra acida, tipo quella specifica per le azalee.


"... àia de lùn-a vègia de ciaèu de nègia ch'ou cègu ou pèrde ‘a tèsta l'àse ou sentè oudù de mà misciòu de pèrsa lègia cos'àtru fa cos'àtru dàghe a ou cè..."

"...aria di luna vecchia di chiarore di nebbia

che il chierico perde la testa e l'asino il sentiero

odore di mare mescolato a maggiorana leggera

cos'altro fare cos'altro dare al cielo..."

’A Cimma

Fabrizio De Andrè


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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

 

Tutti gli usi alimurgici o farmaceutici indicati sono a mero scopo informativo, frutto di esperienza personale, declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 

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