"SCIGUELLI"... LA SILENE 🌿🌿🌿
Sciguelli, strigoli, scioppettini, carletti , scrusat, erba del cucco... con quanti nomi è conosciuta questa buonissima erba che spunta con le prime giornate tiepide di primavera.
Silene vulgaris è il nome scientifico, e tutto il genere di Silene, del quale esistono diverse varietà , è dedicato a Sileno, compagno del Dio Bacco, personaggio mitologico che pare fosse rivestito di schiuma, come sono rivestite di schiuma molte specie di queste piante, o forse perchè panciuto per le libagioni frequenti, come panciuto il calice dei fiori di Silene.
Per scelta personale raccolgo solo la Silene Vulgaris, ma si possono raccogliere anche altre, tipo la Silene Alba, che però sono più ricche di saponine e anche se non si parla di tossicità di queste bisogna stare attenti alla quantità .
Inoltre fra le due, la Silene Vulgaris è più facilmente riconoscibile e meno confondibile con la tossica Saponaria officinalis L.
La foglia liscia, il suo colore verde quasi simile alla salvia, in primavera forma dei ciuffetti che spuntano in cespugli compatti tra le altre erbe, favorendo i poggi ai bordi dei terreni coltivati, ma pure le ghiaie e gli incolti, frequente ovunque, da nord a sud, dal piano al monte.
È anche una di quelle erbe che si può facilmente identificare per mezzo del fiore, nel senso che nel periodo di fioritura, che si protrae per tutta l'estate fino ad autunno inoltrato, dove la si vede fiorita, si può ritornare l'anno dopo per raccoglierne i germogli.
Ma il fiore qual'è?
Eccolo, conosciutissimo, tutti da bambini, quando i divertimenti erano semplici e gratuiti, ci siamo scoppiati il calice a palloncino sulla fronte o sul dorso della mano.
Questi viene pure bucato da alcuni calabroni per succhiare il nettare essendo il fiore talmente chiuso da riuscire impenetrabile per gli insetti.
Per essere sicuri quando non c'è il fiore basta assaggiare una foglia, già nell'avvicinarla alla bocca si sentirà un profumo dolce e immediatamente un gusto simile alla buccia di pisello.
Tenera, con un gusto che varia dal carciofo all'asparago, buona da sola, preziosa nel misto.
È una di quelle erbe dove raccolgo solo le cime, che si riformano nel giro di poco tempo concedendomi più di un raccolto.
Per gli usi in cucina, una volta assaggiata, non la si lascia più.
Mi è giunta voce che in Trentino li mettono perfino sott'olio come antipasto.
Nel misto di erbe che è il Prebuggiun (qui>>>) non possono mancare, sono la nota dolce che equilibra quella delle erbe amare.
Si può, come dicevo, usare da sola, buona la frittata, buono il risotto, anche senza sbollentarla, ma semplicemente passata in padella con poco scalogno o aglio
... Questa soma, che viene dietro sopra l'asino, è Sileno: così vecchio è ebbro e lieto, già di carne e di anni pieno; se non può stare ritto, almeno ride e gode in continuazione. Chi vuole esser lieto, sia, di domani non c'è certezza ...
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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