BIANCOSPINO
-1970- mia mamma raccoglie il biancospino
dalle stesse piante dove lo raccolgo io ora
- Si porta il nostro amore alla maniera in cui si porta il fior di biancospino,
che avvinto all’albero tutta la notte tremando
resta nella pioggia e al gelo fino al domani,
quando il sol s’effonde sul ramoscello tra il verde fogliame. -
Guglielmo IX d’Aquitania, Con la dolce stagione rinnovata, vv. 13-8
È maggio, è il tempo dei Biancospini.
Come sia possibile tanta bellezza in così poco fiore, la forma delle foglie, i mazzolini, le brocche, di piccoli fiori a cinque petali, come merletti, trine dalla corolla bianchissima, a volte rosata, e poi ... ... nascoste lunghe spine acuminate.
Ogni anno aspetto che rifiorisca, sul monte dove l'ho raccolto 43 anni fa per adornare il mio altare di sposa, senza nessun altro fiore che ne turbasse la delicatezza.
Non sapevo allora che anche gli antichi greci lo usassero per lo stesso scopo come simbolo di buon auspicio, come non sapevo, che è proprio vicino alle piante di biancospino, con un po' di pazienza, si possono vedere le fate che lì vi abitano.
Il suo nome scientifico Crataegus deriva dal greco e significa "forza", forse quella che si credeva avesse nello scacciare gli spiriti maligni e chissà che non servano a quello le spine aguzze, e a questo proposito andrebbe sempre regalato come protezione per la casa, per metterlo intorno alle culle e per augurare buona fortuna.
Se le leggende su questa pianta sono molte e son leggende, è invece stato appurato che ha scientificamente proprietà legate al buon funzionamento del cuore, sulla pressione sanguigna, e sul colesterolo, per sedare gli stati d’ansia, l’agitazione, l’angoscia e in caso di insonnia.
Di corsa quindi, in questi giorni a farne scorta, per farne infuso.
Per il riconoscimento non credo ci siano problemi, pur esistendo varietà diverse, hanno tutte in comune la forma delle foglie, più o meno dentate e le brocche di fiori. Si trova spesso ai bordi delle strade di campagna e basta inoltrarsi ai margini dei boschi per trovarlo pulito, non inquinato dagli scarichi delle automobili.
Si deve cercare quello non ancora completamente dischiuso, altrimenti perde le sue proprietà, quello in boccio con pochi fiori aperti, io uso raccoglierne rami e poi a casa tagliare da dietro, con la punta delle forbici le brocche.
e metto a seccare, sempre all'ombra, coperto.
Una piccola mia trasgressione personale quando raccolgo le erbe per farne infusi e tisane. Pare non si dovrebbe ma io lavo tutto, cioè immergo per un attimo, ma veramente un attimo, in questo caso, tutto il ramo in acqua, per togliere quel minimo di polvere, qualche animaletto ecc. ecc. Uso questo sistema solo con quello che poi mi serve in tisana, perché mi sento meglio.
Certo devo scegliere la giornata giusta, magari ventosa, per poi farlo velocemente asciugare, poi taglio e faccio seccare.
Normalmente secco tutto in panieri di vimini, coperti con un telo leggero, messi in alto sopra la stufa accesa, se non è possibile all'aperto all'ombra.
Raramente uso l'essiccatore, non so, mi sembra inutile sprecare energie per qualcosa che posso fare naturalmente, e poi mi sembra che scaldi troppo, almeno quello che ho io.
Secco, non avrà un buon profumo, o almeno così è per me, il Biancospino, anche da fresco, ha un olezzo particolare per attirare alcuni insetti che prediligono quel tipo di odore.
Altra nota negativa di questa pianta è che essendo portatore del "colpo di fuoco batterico", malattia degli alberi da frutto, potrebbe favorirne la diffusione e per questo motivo in tante località italiane (vedi Emilia Romagna) ne è proibita la coltivazione, anche delle specie ornamentali.
Due parole sulle bacche, che colorano di rosso l'arbusto in inverno.
Anche esse ricche delle stesse proprietà e usate fin dall'uomo preistorico, addirittura ridotte in farina. Si può farne una marmellata, con lo stesso procedimento delle bacche di Rosa Canina (qui>>>) o se ne può fare una tintura alcolica, casalinga, da assumere a gocce prima di andare a letto.
In mezzo litro di alcol buon gusto, 20 gr. di bacche fresche per 15 giorni, agitando spesso, poi filtrare.
Difficile per me consigliare dosi, preferisco le chiediate a persona più esperta, io mi regolo con dosi personali che ho imparato su di me.
Il Biancospino ha anche proprietà astringenti, utili in caso di diarrea, e qualcuno mi ha insegnato a non abusarne per non avere effetti troppo stringenti.
Per la tisana un cucchiaio da minestra di fiore secco, nella tazza tisaniera, lasciato in infusione in acqua vicina alla bollitura, coperto, per dieci minuti.
Ma anche qualche brocca di fiore fresco, già adesso alla sera, insieme a qualche petalo di papavero, per dare forza al cuore e sedare gli affanni di questo difficile maggio del 2018.
- Oh! Valentino vestito di nuovo, come le brocche dei biancospini! Solo, ai piedini provati dal rovo porti la pelle de’ tuoi piedini...-
(G.Pascoli)
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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