SALVIA AMICA SACRA
-Perché mai muore l'uomo cui la Salvia nasce nell'orto?-
Non c'è molto altro da dire su una pianta che ha nel suo nome tutto: Salvia, da salva... non sono dati a caso i nomi, spesso la cultura semplice ha attribuito alle piante i nomi a secondo degli usi: Malva, mal-va, il male se ne va, (qui>>) Lavanda, da lavare, (>>qui) usata per lavare il corpo, per disinfettare, ecc.
Anche per lei, come per altre, dimenticate le proprietà terapeutiche, l'uso relegato ad aromatica in cucina, forse per salvare gli involtini?
O perché talmente tante le sue doti che finiva per essere messa dappertutto, in tutti i modi, degenerando in leggende fantasiose come quella che fra le sue foglie si nascondo i rospi rendendola velenosa, o che un rametto in una bottiglietta sotterrato nel letame della stalla produceva uno strano animale, anche esso dai poteri magici?
O che addirittura facesse risuscitare i morti...
Gli antichi Romani facevano una cerimonia particolare nel momento della raccolta, alla quale solo pochi eletti erano predisposti, dopo aver indossato uno specifico abbigliamento, tenuto solo per quell'occasione.
Plinio la chiama erba magica, e per le sue proprietà dissecanti consiglia di coltivarla intorno alle paludi.
- Salvia salvatrix naturae conciliatrix -
Negli anni la scienza ha confermato le qualità conosciute da tempi remotissimi come quelle antinfiammatorie specie del cavo orale, per gengiviti, afte, tagli in bocca in generale, quelle digestive e prova ne è che si usa in cucina con le carni per favorirne la digestione insieme all'alloro, le balsamiche ed espettoranti in caso di tosse e raffreddore, nella glicemia, soprattutto nel ristabilire gli equilibri nell'organismo.
Ma la più grande peculiarità riconosciutale è nella cura delle malattie femminili, specie la Salvia sclarea, tanto da essere chiamata Matrisalvia.
In un erbario stampato a Verona si legge di come in Egitto, sterminata la popolazione da una epidemia di peste, alle donne sopravvissute fosse dato da bere succo o acqua di salvia al fine di concepire più facilmente.
Così come veniva usata per le sindromi mestruali dolorose e per le vampate in menopausa.
A questo proposito Trotula Di Ruggiero, (XI sec.), alla quale viene attribuito il primo manuale medico che generò la nascita dell'ostetricia e della ginecologia, in quasi tutte i suoi ricettari nomina la Salvia per curare i disturbi femminili.
E Cleopatra usava il potere della Salvia per conquistare gli uomini ...
È utile anche nella depressione e in genere per stimolare e riequilibrare tutto l'organismo, ma, confermate scientificamente le proprietà, cosa abbiamo dimenticato allora?
L'uso quotidiano, il quando, quanto e come.
Non siamo più capaci di assumerla in maniera casalinga.
Il suo potere è talmente forte che non è il caso di mettersi a bere tisana di salvia a caso o ad usare il suo olio essenziale, che può provocare persino attacchi epilettici, senza il consiglio di un esperto erborista.
Si possono comunque fare degli sciacqui con il decotto, in caso di bocca dolorante per afte e simili, o mal di gola, metterne una foglia nella tisana di Alloro (>>>qui) per digerire, ma quello più comune, che ricordo mi facevano fare fin da piccola, è sfregare i denti con una foglia fresca di Salvia per mantenerli bianchi e lucidi. Provare per credere.
E così proprio per non lasciare senza nemmeno una ricetta ve ne passo una provata, per un dentifricio casalingo:
un cucchiaio di bicarbonato di sodio
tre cucchiai di argilla bianca, (niente cucchiai di metallo ma solo legno o plastica) o anche verde ventilata.
salvia secca
olio di cocco
Occorre sminuzzare finemente in un mortaio (non di legno) la salvia per averne tre cucchiai di polvere finissima, si può aggiungere anche della menta per rendere il sapore più gradevole.
Mescolare bene il bicarbonato e l'argilla e la polvere di erbe.
Si può usare anche così, ma si possono sciogliere uno o due cucchiai di olio di cocco e aggiungere le polveri mescolate. L'olio di cocco è importantissimo per l'igiene orale, aiuta a sbiancare i denti, è utile nell'alitosi, anche se tende a solidificare, si ottiene un composto più pratico che le polveri.
In ultimo, se le si hanno a disposizione, aggiungere poche gocce di olio essenziale di Rosmarino (>>>qui) o di Tea Tree.
Sono odori, colori e sapori non immediatamente compatibili con quelli ai quali siamo abituati.
Va da sé che più fine sarà la salvia meglio sarà, il colore non sarà bianco e lo spazzolino va sciacquato bene, ma garantisco che poche cose lasciano una bocca così pulita a lungo.
Per il riconoscimento della pianta credo non ci siano difficoltà per via dell'odore penetrante, che ricorda forse un po' l'incenso.
Le sue foglie la deputarono a curatrice della bocca, proprio per la forma e la loro particolare rugosità che ricorda la lingua.
Il colore assunto a ufficialità con il nome verde salvia.
Un arbusto, la Officinalis, che si ricopre di lunghi tralci di fiorellini lilla, tra il bianco e il rosa chiaro nella varietà Sclarea, ma in realtà ne esistono di tantissimi colori.
Nei giardini di una volta (il mio) si coltiva la Salvia officinalis, per curare i disturbi femminili si diceva meglio la Salvia sclarea, ancora oggi usata anche per profumare il moscato, nei prati si trova la Salvia pratensis dall'odore e foglie diverse, nei giardini quelle ornamentali.
Basti sapere che in giro per il mondo ci sono forse più di 900 varietà di salvia, ma che noi in Italia abbiamo una realtà che si chiama le Essenze di Lea (qui>>>) dove coltivano e vendono, quasi esclusivamente Salvia fino ad averne 400 tipi diversi.
Li ho conosciuti personalmente alla bella manifestazione che è "Frutti antichi" al Castello di Paderna (PC) (qui>>>) qualche anno fa e trasudano passione per questa pianta.
Appartengo alla categoria che adora la Salvia fritta anche solo per accompagnare un aperitivo.
Niente di più facile, meglio la varietà con le foglie grandi, più sottili e con l'aroma meno intenso, tipo quella nella foto che ho trovato nell'orto di un amico...
!!!!!
Si prepara la solita pastella per fritti (>>>qui) si immergono velocemente le foglie e si buttano pochi secondi nell'olio bollente.
Poi ci sarebbero i Saltimbocca alla Romana... ma questa è un'altra storia....
“Chi vuol vivere per sempre deve mangiare salvia a maggio”
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>