LA NEPETELLA, anzi ... LE NEPETELLE!
Post difficilissimo, che non volevo nemmeno scrivere, ma tant'è mi piace il rischio, perché in questo caso la strada per arrivare è tortuosa e piena di insidie, nelle quali da semplice appassionata quale sono potrei cadere.
La storia: C'era una volta, ma tanto tanto tempo fa, mia madre che tornò da una vacanza alle terme di S.Carlo, tutta presa dai saporiti piatti che aveva gustato mentre "passava le acque", specie a base di funghi aromatizzati con la Nepetella o Nepitella che fosse.
Tornata a casa si mise in cerca di questa nella nostra campagna e grazie ai millemila libri che possedeva pensò di averla individuata, anche se l'odore non era proprio uguale e tanto meno il gusto, a quella assaggiata.
Finì col decidere che terra diversa profumo diverso e non usò quasi mai la Nepetella trovata, preferendole l'Origano (qui>>>) e soprattutto la Maggiorana (qui>>>).
Ma tant'è ogni anno tornava dalle terme con quel gusto che non riusciva a ritrovare.
Dopo tanti anni passati in diatribe, abbiamo poi scoperto che esistono almeno due Nepetelle distinte.
Come al solito il nome volgare, a volte diffuso ovunque, a volte solo locale, dà luogo a fraintendimenti.
Non sono mai riuscita a trovare l' "altra" e quindi non so che profumo possa avere, sono in grado di mostrarvi solo la mia, la più comune, quella che mi circonda qui nei prati, con un odore simile a una menta, molto più canforato.
Clinopodium nepeta o Calamintha nepeta
Questa, quella che trovo facilmente qui, è la Clinopodium nepeta, conosciuta con tanti altri sinonimi anche a livello botanico che non provo neanche a scrivere per intero, con il rischio di perdermi fra infinite sottospecie che non sarei in grado di identificare.
Un po' come succede con le varietà di mente che fra loro si ibridano rendendo difficile collocarle (per classificarle io uso un sistema semplicissimo: menta che mi piace - menta che non mi piace).
La mia Nepetella ha le foglie arrotondate, pelosette e i fiori lilla-azzurrini sulla parte finale di tralci lunghi tra i 30 e i 60-70cm che formano piccoli cespugli su poggi, nei prati incolti, alla luce del sole che ama, circondata da api e comunissima ovunque.
Il profumo gradevole, come già detto assomiglia vagamente a una menta canforata.
L'uso in cucina è il solito di un'erba aromatica, carne, pesce, verdura e i funghi specie i porcini.
Uno dei piatti più incredibili con la Nepetella è la frittata di Pasqua, tradizionale in tante parti dell'Italia centro-meridionale, dalle Marche, Abruzzo fino a Campania e Basilicata.
Pietanza della mattina di Pasqua dove vengono impiegate tutte insieme in un'unica frittata dalle 30 alle 60 uova fino ad arrivare a 100. Cotta pazientemente a fuoco basso in una padella con i bordi alti (tale padella una volta rappresentava il regalo classico per la sposa che non poteva andare all'altare senza), l'abilità sta proprio nel saperla cuocere con più uova possibile.
Tra un paese e l'altro cambiano gli ingredienti aggiunti ma è sempre presente la Nepetella in abbondanza.
frittata di 66 uova
E l'altra? È la Nepeta nepetella, che poi sarebbe la vera Nepetella, proprio un genere a sé, per fare un confronto ed evidenziare le differenze mi è stato necessario cercarla sul web.
foto di Actaplantarum
Le foglie di questa se pur piccole, spesso sono dentate, lanceolate più che rotonde e i fiori sono più riuniti, di colore dal bianco all'azzurrino passando per le diverse varietà.
Chi vuole approfondire può andare al link cliccando sulla foto o digitando Nepeta nepetella su internet.
Appena avrò il piacere di trovarla aggiungerò dettagli.
Se la prima si trova ovunque in Italia, molto comune, questa seconda è limitata a poche zone, per esempio dell'Italia Centrale, forse anche in Liguria e Piemonte.
Da quello che ho letto anche l'aroma è più penetrante, per i suoi particolari olii essenziali, dal singolare effetto sui gatti, e per questo è chiamata erba gattaia.
Entrambe sono specie commestibile e officinale, con proprietà simili, da sempre usate nella tradizione casalinga, spesso arrivando a dar loro fantasiose proprietà curative, tipo applicare foglie fritte nell'olio di oliva in caso di orecchioni ... mi limiterò a dire che una tisana di Nepetella, sia una che l'altra, sono utili nella digestione e nel meteorismo, aiutando ad eliminare i gas intestinali.
Il nome le venne dato come "pianta che viene da Nepi", ossia la città delle acque, dall'etrusco "nepa" cioè acqua.
Che vi devo dire ... a ognuno la Nepetella sua, l'importante è capire che ne esiste più di una, e credetemi non ci sono solo queste due.
Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo.
Tagore
Per finire la storia di mia madre alle terme, un giorno, sperando di trovare la suddetta erba, mentre arrancava sulla strada per arrivare allo stabilimento termale, l'affiancò una macchina di lusso con autista, e un gentile signore si offrì di darle una passaggio dicendole che anche lui andava da quella parte.
Mia madre, donna integra di assoluta onestà e probità, rifiutò decisamente la profferta dello sconosciuto, con la scusa di star cercando erbe, nonostante volto e voce le fossero familiari.
Arrivata, scoprì chi era: Alberto Sordi ... e insieme, ridendo, si bevettero due bei bicchieri di acqua di San Carlo, parlando di Nepetella.
Tornò senza una foto insieme, tantomeno un autografo, io giovane donna già mentalmente proiettata in un futuro di selfie, le dissi: - Ma come! Mamma ... !!! -
mi rispose: - Non mi sarei mai permessa -.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
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