LA CEDRACCA O SPACCAPIETRA
Ho trovato un muro di bellissima Spaccapietra, Cedracca o Asplenium ceterach L.
E quindi ne parlo, più che altro per raccontare di zio Pippo, fratello di nonna materna, il più semplice dei cinque fratelli, quello rimasto sempre nella casa di campagna, con un destino legato al vino nel nome: Giuseppe Mosto, a lui toccò di consegnare vino nelle case, con la sua bicicletta con il carretto attaccato dietro, per conto del suo datore di lavoro che faceva Guastavigna di cognome ... nome omen.
Questa erba è quella che mi ha insegnato lui, tanti e tanti anni fa, quando la raccogliemmo assieme un pomeriggio, nei muretti del Maggiolo, per curare un qualche suo problema urinario, che sospetto avesse pure quello qualche connessione col vino.
Le abbondanti piogge autunnali l'hanno fatta prosperare fra queste pietre, qui vicino a casa mia lontano chilometri e anni da quel giorno. È di fatto una delle tante felci abbastanza comuni, distinguibile dalle altre per l'aspetto delle foglie più carnoso, la pagina superiore di un bel verde opaco intenso, la pagina inferiore coperta di spore rossastre che la fanno riconoscere anche come erba ruggine, e davvero si insinua nei muri di pietra quasi spaccandoli con le sue rosette.
Il caldo estivo la dissecca quasi totalmente e cadono le spore, la pioggia poi la fa rinverdire rigogliosa
Con questa fama di spaccapietra gli antichi ritennero che lo stesso effetto poteva averlo sui calcoli renali, e viene usata ancora oggi per quello e in genere per favorire la diuresi nelle infiammazioni, e quindi zio qualche ragione l'aveva.
Non ne ho mai dovuto far uso, per fortuna, ma è usata nella farmacopea erboristica e facilmente reperibile in tintura o pastiglie.
Il suo uso non si limita alle vie urinarie, il nome scientifico sembra derivi dalla parola greca che identifica la milza, e per curare questa serviva nel Medioevo, ma anche applicata calda per far maturare i foruncoli, o il decotto per risciacquare i capelli per fortificarli.
Ora che ne ho trovato una riserva proverò per i capelli, mentre come al solito sconsiglio di avventurarsi nell'uso interno senza l'aiuto di un buon erborista.
Ma quello che invece farò prestissimo sicuramente sarà l'uso innocente dei suoi supposti poteri quasi magici.
Ai tempi si usava imbottire i cuscini di Cedracca perché pare basti ad assorbire mali, dolori articolari e disgrazie, far sopportare meglio, e quindi perché non provare...
E poi, meravigliosamente, una foglia raccolta la sera di San Giovanni e nascosta nella scarpa farà trovare un tesoro (Acqua di San Giovanni (qui>>>).
Quanto mi piacciono le leggende e le usanze di un tempo quando bastava una foglia nella scarpa per vivere con un'illusione di ricchezza e un cuscino di erba per far sparire dolori e disgrazie ...
“- Abbiamo pochissime possibilità vero? - Indovinato! È in questi casi che arriva la magia.”
- Tutto può cambiare -
A proposito... dimenticavo ... lo zio, conosciutissimo in tutto il Tigullio e più in là, oltre al suo rapporto particolare con il vino, curava, "segnava", il Fuoco di Sant'Antonio, capacità che non si era nemmeno riconosciuto da solo, gliela avevano scoperta tardivamente a sua insaputa, e venivano a prenderlo da tutte le parti anche quando era anziano, ma di lui amo ricordare l'arte meravigliosa di suonare le campane, dalle quali fin da giovanissimo sapeva tirare fuori melodie incredibili e inusuali.
Fu il campanaro ufficiale della Basilica dei Fieschi di San Salvatore di Cogorno per più di 50 anni, figlio e nipote di campanari, ma lo chiamavano per le feste importanti dappertutto, qualunque fosse la chiesa e per quanto lontana potesse essere, se le campane suonavano a festa in un certo modo, noi si sapeva:
- È zio Pippo che suona! -
E mai più le ho sentite suonare così.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
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