Da parecchi anni si estese grandemente l’uso di cotesta bevanda aromatica, la quale si prepara per mezzo di dei semi di questo arbusto, abbrustolati e macinati.

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Il caffé migliore è quello di Moka ma è rarissimo e costa caro.

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Una prima cura si dee porre in tostare o abbrustolire il caffé a fuoco uguale e costante, movendo e rimovendo il tamburano.

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Quando i semi del caffé che sì tosta, scoppiettano, diventano oleosi, di color bruno e mandano buon odore, gli è tempo di ritirarli dal fuoco, e lasciare che lentamente si compia poi la cottura.

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Il caffé tostato si macina, quando occorre di volta in volta col mulinello o macinino.

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Il caffé si può preparare in tre maniere: per filtrazione, per infusione e per cottura.

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Per filtrazione si usano caffettiere col filtro dette a macchina; e si versa l’acqua sulla polvere di caffé.

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E’ una maniera comoda e sbrigativa, ma poco economica.

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Per infusione si fa bollire l’acqua in una caffettiera semplice o cuccuma, e quando bolle vi si getta il caffé in polvere, e si ritira tosto la cuccuma, lasciando depositare il tutto per dieci minuti.

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In questo modo si ottiene un caffé leggiero, ma molto aromatico.

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Per cottura si gettano i tre quarti della dose di caffé in polvere, voluta, nell’acqua fredda, la quale si fa bollire poi per dieci minuti, e vi si getta quindi l’altro quarto, ritirando immediatamente il vaso, e lasciandolo coperto in riposo per alcuni istanti.

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Per una buona chicchera di caffé ricchieggonsi dieci grammi di polvere. Il caffé sì suol prendere addolcito collo zucchero.

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Il caffé col latte è una bevanda sana e gradevole ai fanciulli, alle donne.

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Da “ Libro per le Scuole Femminili delle campagne” Stamperia Reale di Torino 1879