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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

È NATALE ... nonostante tutto.

Biscotti in pasta sucrée decorati con glassa, pasta di zucchero e oro alimentare

Post estremamente difficile quest'anno, mi è stato chiesto di scrivere qualcosa in proposito, fra tradizioni e ricette, quello che faccio o che ho sempre fatto io.

Non sono la persona più adatta, se da me ci si aspetta descrizioni di acquisti frenetici e pantagruelici pranzi con decine di parenti, dopo essere scesa dagli sci.

Se la devo raccontare tutta e chi mi conosce già sa, abbiamo sempre vissuto in casa il Natale in maniera particolare avendo un padre particolare.

Mio padre amava farsi i cavoli suoi, e tutto quello che facevano gli altri non faceva per lui, doveva però combattere con mia madre che voleva riunioni parentali e sfogarsi in cucina, così noi abbiamo sempre fatto il "Finto Natale di Casa Canepa".

La singolare tradizione iniziava circa un mese prima dove si cominciava a spacchettare regali "che tanto è Natale", con varie cene per gli auguri fra gli amici, per finire con una grande tavolata di parenti la domenica prima di Natale, ai quali tutti, era imposto di far finta che ne avessimo 25, quindi menù, regali baci e abbracci e Buon Natale a tutti.

Qualche volta, i giorni dopo, si partiva per la seconda casa nel paesino sperduto (qui dove abito ora) e lì si rifaceva un altro Natale, con molto meno magia perché avevamo già aperto i regali, mentre tutti ma proprio tutti intorno festeggiavano e noi si bivaccava da un divano all'altro fra i vari Zanna Bianca e La Vita è meravigliosa trasmessi in tv.

Il mio divertimento era tutto nell'organizzare presepi viventi e recite con i bambini, andare di casa in casa dove nei giorni fra le feste, si ammazzava il maiale, in un trionfo di salsicce fresche, sanguinacci e imparare a legare il salame.



Qualche volta, tante purtroppo, la giornata di Natale si passava a fare l'odiato inventario in negozio e non era cosa facile avendo più di 20000 articoli in vendita.

Nel tentativo di riaccendere tradizioni antiche della Liguria riproponendole, andavo chiedendo a nonni e zii, ma quelle scoperte non ebbero successo in famiglia tant'è che erano state volutamente abbandonate, a cominciare da quella di mio bisnonno, vera ed originale ligure, della cena di magro a base di cavoli bolliti e la colazione la mattina di Natale bevendo una scodella di brodo di trippa.

Messe al voto le tradizioni ci fu chi chiese perché non eravamo nati in luoghi più ameni. 🤣🤣🤣Personalmente non conosco nessuno che le ottempera più.

Nelle case più abbienti il brodo di "sbira" era completato con cappone, carne di manzo e palline di salsiccia, dove poi per il pranzo, che iniziava al pomeriggio, venivano cotti i natalini, o maccheroni di natale, lunghe e grosse penne lisce, che mettevano a prova la buona volontà di tutti per riuscire a prenderli nel brodo con il cucchiaio.


Seguiva il cappone con la mostarda, in anni più poveri sostituito con il Cappon magro, allora piatto povero di verdure e pesce con salsa verde.

Il giorno di Santo Stefano finalmente i Ravioli, ma come nella migliore consuetudine i ravioli alla genovese erano e sono costituiti da una sfoglia con pochissime uova, un ripieno di erbe selvatiche più indivia e scarola, formaggio, poca carne e poche uova, conditi con il Tócco, pezzo di carne cotto a lungo in poco pomodoro fino a disfarsi. Per secondo oltre la carne del sugo, una bella Cima.

Di tradizione anche i berodi, i sanguinacci che arrivavano caldi dalla campagna.

Non poteva mancare il Pandolce, da non confondersi con il panettone e nemmeno con il pandolce basso, invenzione recente, e questo sì che rappresentava la capacità delle donne di portare in casa il Natale.

La lievitazione del pandolce era seguita come la nascita di Gesù e foriera di buoni o cattivi presagi a seconda del risultato.



L'albero di Natale per la Liguria è l'Alloro, ricco di significati, ricordo le macellerie, i besagnini, le rosticcerie con fuori i rami di alloro, in casa un ramo addobbato con mandarini e poco altro, e il ceppo che avrebbe dovuto bruciare a lungo nel camino e ina ramma nel pandolce.

Sposata in terra di confine quale è questa, se faccio un passo sono a Parma, se ne faccio due sono in Toscana, nessuno voleva sentire parlare di brodi di trippa e simili.

Qui i ravioli sono grassi di carne di maiale e uova e il loro sugo un ragù che guarda all' opulenta Emilia, i secondi un trionfo di carni, di animali spesso macellati in quel periodo e l'albero assolutamente il Ginepro.

Anche qui un pandolce seguito amorevolmente nella lievitazione, ma con un di più di vassoi di roêtte, baci di dama pezzi di turta in prexón, gobelletti, amaretti ecc.

In questo pot pourri ne è risultato un Natale molto personalizzato, ma mai senza il presepe con le statuine di cartapesta degli anni '50, ognuna con un significato, e una vecchia di più di 100 anni che rappresenta un tipico personaggio del presepio genovese, il mendicante zoppo.

Raffigura il povero senza lavoro, il menomato, il migrante, colui che è costretto a dipendere dall’elemosina, che cerca, chiede, vagabonda, chiunque sia senza mezzi e senza assistenza e per questo è l'unica statuina che può dare le spalle alla stalla, a Gesù Bambino.

Mi è sempre anche piaciuto tanto preparare molto la casa, tutte decorazioni fatte a mano, corone di tralci e bacche raccolti nelle passeggiate o palline fatte con vecchio velluto e passamanerie recuperate




Per il pranzo, della riviera ligure mi è rimasto il Cappon magro, che a volte mancando il pesce, mia madre se lo inventò magrissimo solo di verdure e spesso così lo faccio.

Grazie ad una conoscenza che li insegnò a mia madre, in casa mia non è Natale senza Tortellini girati sul dito e piccolissimi.

Non piange nessuno se faccio i Ravioli. Poi un buon Arrosto, spesso di maiale, la Cima la preferisco a primavera.

Sempre ma proprio sempre, in autunno al tempo dei funghi, un'arbanella con quelli piccoli, i più belli sott'olio, è messa da parte per l'antipasto di Natale.

Non so cosa sarà quest'anno, da anni i nostri natali sono ridottissimi, tre massimo quattro persone, gli altri non ci sono più, l'argomento regali non mi tange, da anni se e quando è il caso non aspettiamo natale o compleanni per farceli. Certamente posso dire che il singolare metodo di mio padre mi ha abituato a Natali diversi, poco tradizionali.

Per quanto riguarda gli sci, l'unico paio che io o i mei figli abbiamo visto sono quelli di legno che mio marito, con il pezzo di legna sotto il braccio, usava per andare a scuola quando negli anni '50 le nevicate erano abbondanti anche qui, questo senza che niente o nessuno ci abbia mai impedito di andare.

Aggiungo un pensiero per la messa di mezzanotte, il nostro prete di campagna aveva 29 chiese per nove parrocchie, e per Natale si faceva scrupolo di fare personalmente almeno una messa in ognuna con un tour di "messe di mezzanotte" dalle otto di mattina a sera fonda che al confronto le polemiche di questi giorni su quando e come mi fanno solo sorridere.

Ma la mattina di Natale poteva succedere che mia madre cercando fra le fronde dell'albero in sala, fasciato malamente in un pezzo di carta matta trovasse un gioiello per lei, con un biglietto e una poesia scritta da mio padre, perché Natale è Natale ... nonostante tutto.


Qui sotto cliccando i link per le ricette nominate della mia tavola di Natale, aggiungerò a breve quella dei Ravioli e di un Arrosto.

Ho risparmiato a chi legge, anche questa volta, quella del brodo di trippa.





https://www.lellacanepa.com/single-post/ravioli-e-ravioli












































































































https://www.lellacanepa.com/single-post/i-caramellati-della-sig-ra-graziella



























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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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