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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

ACHILLEA


"Cantami, o Diva, del Pelìde Achille..."

(Proemio dell'Iliade)

Prima ancora dell'Iperico, che qui non è ancora fiorito, voglio raccontare dell'Achillea, meravigliosa pianta che mi accompagna da tanti anni e della quale aspetto con felicità ogni anno la fioritura.

Dal nome è facile dedurre che è pianta dedicata ad Achille, eroe mitologico greco e semidio, del quale non mi perdo a raccontar le gesta, mi limiterò a riferire di come egli, imparò dal centauro Chirone, al quale fu affidato dal padre Peleo, fra le altre cose, a curare le ferite con un'erba dalle mille foglie, dall'infiorescenza a piccolo ombrello bianca, a volte rosata, l'Achillea millefolium appunto.

Nella foto sopra, presa dal web, la coppa ritrovata a Vulci, risalente al 500 a.C., dove si vede Achille che cura l'amico Patroclo, probabilmente con un cataplasma di foglie di Achillea.

Fino a poi con la scoperta dell'America si trovarono i pellerossa che la usavano con gli stessi scopi.

Ciò detto ne sono riconosciute anche oggi le infinite proprietà, anche se dimenticate dai più... Al giorno d'oggi se accidentalmente ci si procura una ferita importante, si corre al pronto soccorso, di certo non si invoca Achille e non si fanno impiastri con erbe... come facevano poi nei tornei medievali o ancora nella guerra di secessione americana, ma chissà, meglio saperlo che c'è un'erba così.

Anche perché si può per esempio provare a farsi dei semicupi, con un decotto di tutta la pianta, una manciata, lasciata a bagno per dodici ore e poi fatta bollire per dieci minuti, anche secca, per le mestruazioni abbondanti o per le emorroidi sanguinanti, viste le proprietà cicatrizzanti e coagulanti.

E' possibile anche berne l'infuso, utile per i dolori di stomaco, favorisce la funzione di fegato e bile, le sue proprietà antibatteriche e antinfiammatorie ne fanno un valido aiuto in caso di cistiti, calma i dolori dovuti a dismenorrea, tanto che qui nella mia valle è chiamata Camamilla sarvæga, camomilla selvatica.

È pianta che non va presa alla leggera, interagisce con gli anticoagulanti e con la pressione arteriosa ed è meglio affidarsi, per un uso interno, a un buon medico olistico.

 

Facile invece fare l'oleolito dove la pianta trasferisce all'olio le sue proprietà e diventa utile come olio da massaggio in caso di pelle sciupata, cicatrici, smagliature, capillari deboli, macchie cutanee, per avere effetti importanti si può tenere come un impacco, con particolare attenzione a non esporsi al sole dopo l'uso perché fotosensibile.

Prima di dirvi come lo faccio io, ci tengo a fare alcune precisazioni.

Il mondo degli oleoliti, ho scoperto essere vasto e discordante.

Chi lo fa a freddo, chi a caldo, chi al buio, chi al sole.

Chi lo fa con olio d'oliva, chi con olio di mandorle, chi con olio di semi qualsiasi.

Chi come me, si avvicina a questo mondo senza studi di erboristica o chimica segue le regole della tradizione e dell'istinto, gesti che ha visto fare senza chiedersi perché e percome.

Ho provato a capire il perché e il percome di mia madre che spacciava oleoliti gratis e aveva la folla di avventori fuori casa a chiederglieli, e sono arrivata ad alcune considerazioni mie personali sul suo metodo che è diventato il mio:

- uso olio extra vergine di oliva per l'oleolito di Iperico, perché le proprietà lenitive dell'olio si sommano a quelle dell'erba, per i dolori, le scottature ecc.

- uso olio di riso, se lo trovassi di sesamo, o di lino, vinacciolo per gli oleoliti per i massaggi per la pelle. L'olio di riso ha un odore più neutro che permette di raccogliere il profumo per esempio del Calicanto (qui>>>) o della Lavanda e una fluidità migliore più adatta a un massaggio.

- uso olio di mandorla solo per oleoliti di bellezza, viso e mani, da consumare velocemente. L'olio di mandorle irrancidisce facilmente soprattutto con l'erba fresca che lascia l'umidità.

- uso l'erba appena appassita, non proprio secca, per togliere almeno un poco di umidità e per questo metto una garza come coperchio per farla uscire almeno i primi giorni, dopo chiudo ermeticamente il barattolo.

- Non peso niente, riempio un barattolo di vetro di erba, senza schiacciare troppo, e la copro di olio.

- Metto al sole 40 giorni solo il barattolo con l'olio di Iperico per tirare fuori tutta l'essenza possibile e farlo diventare bello rosso.

- gli altri dopo un giorno o due al sole, dipende da che sole, sistemo il barattolo fasciato di carta d'alluminio, in un sacchetto di carta scura, e lo posiziono in un posto caldo anche se non luce solare diretta, e scuoto almeno una volta al giorno.

- dopo 40 giorni filtro e spremo, e conservo in bottigliette di vetro scuro, se non le avete si trovano facilmente da acquistare.

Li uso per due anni, se non li finisco prima, ma facendomeli tutti gli anni preferisco aggiungere gli oleoliti dell'anno prima all'olio con il quale faccio il sapone.

Quindi per farlo di Achillea, riempio un vaso di fiori colti il giorno prima, con poco stelo, copro di olio di riso, sistemo sopra una garza, metto al sole per qualche giorno, poi chiudo e copro di carta alluminio, in un sacchetto di carta, per evitare i raggi diretti del sole, dove lo lascio per 40 giorni solo alla mattina.

Tornando all'Achillea, facile la sua identificazione.

Gli steli diritti inconfondibili, coriacei, difficili da raccogliere con le mani, le foglie divise i mille foglioline piccole, il fiore a ombrello ma ben strutturato diverso da altri più eterei, bianco a volte con sfumature rosate, il profumo intenso, aromatico e inconfondibile.

È una di quelle piante che raccolgo in pieno sole, la mattina tardi, quando la rugiada è asciutta, quando la pianta è ben fiorita, prima che sfiorisca, taglio il fiore insieme a 20-30 cm di gambo.

Se voglio farla seccare appendo i mazzi a testa in giù all'ombra, come tutto quello che secco.

Seccando resta intatta, utile per composizioni che dureranno anni.

Nel mio passato di bomboniere ho sempre sostituito gli orribili fiorellini finti con mazzetti di Achillea legata ai confetti e chi mi conosce lo sa bene, ora la uso per decorare la confezione del cd-libro della mia Associazione (qui>>>), e qualunque altra cosa in casa per la quale mi serva un fiore secco e profumato.

Talmente riconosciute le sue proprietà che uno stelo fiorito secco veniva avvolto agli utensili di falegnami e boscaioli, o in generale di chi poteva tagliarsi lavorando, come amuleto contro gli incidenti.

Infine in campagna si usava mettere un sacchetto di semi di Achillea nelle botti per la conservazione del vino.

Poteva mancare il riferimento amoroso?

Al di là dei Cinesi per i quali è sempre stata erba divinatoria, tanto che quando si utilizzano gli steli di Achillea per consultare I Ching, il Libro dei Mutamenti, quest'arte è chiamata Achilleomanzia, anche in occidente ha sempre avuto funzioni magiche profetiche: messo un rametto sotto il guanciale si sarebbe sognato l'amata o l'amato e se ne avrebbe comprovato la fedeltà, dietro recita di opportuna formula prima di addormentarsi... peccato mi siano sconosciute le parole di quest'ultima... se le conoscete inviatemele.

Al momento non ho un "amato", ma non si sa mai, fosse quello il motivo per il quale non l'ho mai trovato...

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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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