IL SEMPREVIVO ELICRISO
"Di fortuna resti intriso, chi si adorna di elicriso"
Un altro fiore della mia infanzia è l'Elicriso, o come dicono qua l'Ochetta.
È il profumo delle vacanze, quello che sentivo appena arrivavo tra luglio e agosto e salivo allo Zatta a portare o a riprendere le mucche che allora stavano nei pascoli tutto il giorno, e lassù sul monte, inspiravo a pieni polmoni, quasi a liberarli dall'odore di auto e di locali chiusi che dovevo respirare il resto dell'anno.
Ed è davvero così, senza saperlo sfruttavo le proprietà che questo fiore giallo ha sull'apparato respiratorio. Ora so che i principi attivi di questa pianta sono utili per espellere il catarro bronchiale, nei casi di asma e nelle allergie.
Il primo ricordo del suo uso che ho, è quello delle cime fiorite bruciate sulla stufa dove sopra si appendevano i fazzoletti ad asciugare, per intriderli dell'odore, creando così una specie di effetto balsamico, gli stessi una volta asciutti piegati, con in mezzo altre cime fiorite secche, facevano sì che riposti nel cassetto, fossero quelli tenuti da parte in caso di raffreddore.
Così come sono balsamici i suffumigi per il raffreddore e il mal di gola, dove nell'acqua bollente, getto una manciata di fiori secchi, insieme a una di sale grosso.
Da un po' di anni ho scoperto anche l'oleolito, dove l'Elicriso trasferisce le sue riconosciute qualità per le patologie della pelle, quali eritemi, psoriasi, unito a quello di Iperico (qui>>>) o di Calendula per le scottature, e anche come antinfiammatorio, analgesico per dolori reumatici e le varici.
Essendo un oleolito da massaggi preferisco farlo con un olio più fluido tipo mandorle dolci o anche di riso. Uso le cime fiorite fresche raccolte il mattino presto o la sera e dopo qualche ora, solo perché siano appena appassite, le metto nel barattolo di vetro, copro con una garza per qualche giorno e metto al sole, così mi è stato consigliato nel caso di questa pianta, e lascio 30/40 giorni.
Ottenuto l'oleolito si può procedere a prepararsi una crema per il corpo come descritto qui nel post sulla Lavanda (qui>>>).
Come ho già avuto occasione di scrivere (qui>>>) questi dati su come fare gli oleoliti sono variabili da pianta a pianta e anche se ci si trova al sud o al nord, Qui quest'anno, che il sole forte c'è solo alcuni giorni, cerco di regolarmi a istinto, se davvero verrà una temperatura impossibile coprirò il barattolo con della comune carta tipo sacchetto del pane, ma sono propensa a pensare che l'Elicriso come l'Iperico, abbia bisogno del sole.
Ricordo ancora a tutti che non occorre raccogliere mazzi enormi per fare la piccola quantità di oleolito che occorre per essere usato tutto l'anno, per farsi una crema, o per profumare un piccolo cuscino.
Questa pianta è a protezione a livello nazionale, quindi evitare raccolte indiscriminate che non servano veramente.
E dal sole prende il nome, Helichrysum, da helios ( sole) e chrysos (oro).
Principalmente due le varietà che si possono trovare, una preferisce gli assolati lidi sassosi in riva al mare, l'altra si spinge fin su alla montagna, entrambi hanno le stesse proprietà e solo del sole hanno bisogno per vivere.
Inconfondibile l'odore, qualcuno lo descrive simile alla liquirizia, scambiando le due piante, che non si assomigliano neppure.
Il colore argenteo delle foglie pelosette, il portamento a cespuglio non molto alto e poi questo aspetto di pianta eterna, visto che non marcisce, non ammuffisce, rimane da essiccato praticamente identico al momento della raccolta.
Questa qualità, oltre a quelle terapeutiche, ne ha fatto una pianta magica fin dall'antichità, si adornavano le statue degli dei, si spargevano mazzetti profumati ovunque nelle case, specie nelle stanze dei malati, intuendone un potere disinfettante, nei cassetti e armadi come tarmicida, si usava contro il malocchio, e come sempre, per le piante magiche, gli erano attribuite capacità predittive.
Mi piace riportarvi fedelmente un passo tratto da "101 tesori nascosti della Sardegna da vedere almeno una volta nella vita" di A. Maccioni:
-Nel Nuorese le ragazze erano solite trarre presagi riguardanti il proprio futuro di nozze proprio dall'osservazione dell' elicriso. La sera prima della vigilia di San Giovanni si recavano in campagna e segnavano con un nastrino la loro erbetta personale: al mattino seguente, quando albeggiava si recavano sul posto e cercavano la propria pianta. A seconda del tipo di insetto che vi aveva trovato asilo, ricavavano indicazioni sul matrimonio che doveva venire: la formica un marito laborioso, la mosca un marito ozioso, l'ape un apicoltore, il bruco un ortolano, la coccinella un pastore, lo scarabeo un fabbro, il ragno un sarto. Coloro che non trovavano nessun insetto erano destinate a ripetere il rituale l'anno successivo.-
È pure usato, ridotto in polvere dopo l'essiccazione, come potrebbe essere un curry nostrano, per dar sapore alle pietanze, e se ne fa anche un liquore.
Tanto mi entusiasma il profumo quanto poco mi piace il sapore e quindi non ne ho mai fatto uso in cucina o in tisana, anche se è possibile con le cime fiorite anche secche, fare un infuso contro tosse e allergie.
Anche l'aroma potrebbe non piacere a tutti.
A casa mia, dove mazzi di Elicriso sono un po' in tutte le stanze, entrò un giorno una persona, che infastidita da quella che lei chiamava puzza, mi disse :
- Non so come tu faccia a vivere qui dentro -
Per me, quello, era e resta, il profumo della mia libertà.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
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