TOPINAMBUR
Entro i manipoli qua e là sparsi dei topinambùr lungo gli argini ogni lustro del giallo si fa intimo all’autunnale catarsi
Ori di affabili corollari – topinambùr se è il caso di nominare una scintillazione che pare casalinga ed invece è stellare
Altri Topinambur
A. Zanzotto
Come ho gia avuto modo di dire per la Linaria (qui>>) e il Solidago (qui>>>) l'inizio dell'autunno mi regala quasi esclusivamente fiori gialli intorno, come se avessero catturato la luce del sole e me la volessero restituire in un momento che questa diventa giorno per giorno più labile.
Uno di questi è il Topinambur, ormai tutti siamo abituati a riconoscerlo sugli argini dei rivi, ai bordi delle strade.
Topinàmbur e non Topinambùr, come invece si sente spesso dire, nome datogli, quando arrivò in Europa, pare in seguito ad una serie di coincidenze sbagliate: si credeva che la tribù brasiliana dei Tupinambà se ne nutrisse solo perché alcuni di questi indigeni arrivarono in Italia insieme ai primi tuberi intorno al 1600, in realtà la sua origine è nel Nord America, Canada e fuori di lì, dove coltivati come foraggio, hanno anche sfamato intere popolazioni.
E proprio su un sito del Minnesota ho trovato le uniche foto per identificarlo e distinguerlo da altri girasoli con i quali condivide non poche cose.
Quindi Helianthus tuberosus L., il Topinambur, "Helianthus" fiore del sole, in quanto anche questo segue il percorso del sole, e si comprende "tuberosus" per le radici che formano i tuberi.
Questi raccolti a fine fioritura, sono consumati crudi e cotti.
Conosciuto nel resto del mondo con altri nomi, Carciofo di Gerusalemme, Rapa tedesca , patata del Canada, ecc.
Ma come dicevo, essendo parente stretto dei girasoli, ne esiste una varietà quasi identica, presente in molte regioni d'Italia, che è l' Helianthus pauciflorus o Girasole selvatico.
Posto foto prese dal sito minnesota wild flowers per un confronto con i miei topinambur e comprendere quanto siano simili.
Le misure quasi identiche, i colori simili, piccole differenze, la stagione di fioritura che inizia molto prima e le punte dei petali che tendono ad attorcigliarsi nel girasole selvatico.
Un piccolo aiuto può venire dalle foglie
Ma la prova decisiva sta nell'estrarre le piante: se sotto sono presenti i tuberi quasi sempre rossastri, che ingrossano a fine fioritura, abbiamo trovato i Topinambur.
Si raccolgono a inverno inoltrato.
Questo il raccolto di oggi da poche piante selvatiche trapiantate un anno fa nel mio giardino, niente di eccezionale, ma più che sufficienti per un assaggio.
Conviene provare a trapiantare un tubero di quelli acquistati per avere una varietà coltivata, probabilmente si hanno migliori risultati, ma sempre con il passare di qualche anno.
Per quanto riguarda il gusto, il pensiero ritorna a quando mia madre negli anni '70 pretendeva di farceli mangiare con la scusa che assomigliassero al carciofo, facessero così bene ... e noi ...
E stesso risultato ho avuto io in casa mia.
Adesso che vivo sola posso mangiare quello che voglio, non posso dire che non mi piacciano ma neanche vado di corsa a raccoglierli, più che altro li dimentico, e mi ricordo quando vedo i fiori in questa stagione e mi riprometto di tornare a raccoglierli.
E bene farei visto che ho imparato quanto sono utili in una dieta, per lo scarso apporto calorico, per l'importante presenza di inulina, per la presenza di fibra solubile che favorisce la microflora intestinale e quindi il transito, e per la vitamina A, B e H.
Ricordando sempre che sono diversi gli effetti che hanno sull'intestino, alcuni possono essere ... per così dire ... scomodi ...😜
Si possono consumare sia crudi che cotti, grattugiati crudi nello yogurt per una merenda sana, nell'insalata ridotti in chips con il pelapatate.
In Piemonte vengono serviti con la bagna cauda (qui>>la ricetta) sia cotti che crudi.
Cotti, stufati, fritti, un po' come le patate. Tutte le ricette di quest'ultime si adattano.
Anche i fiori, commestibili, si possono usare per decorare insalate e piatti vari.
L'odore dei fiori tiene lontane le mosche, ed è per quello che li raccolgo sempre, quando le ultime mosche diventano noiose sentendo la pioggia e il freddo che arriva.
Inoltre un bel mazzo rallegra all'istante anche l'angolo più buio della casa.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>