LA BORSA DEL PASTORE
Fra le piantine che ho sempre saputo commestibili c'è sicuramente la Borsa del Pastore, la Capsella bursa-pastoris, una piantina comunissima che non mi è mai riuscito di mangiare perché fiorisce prestissimo e con gli inverni sempre più caldi praticamente non trovo la sua rosetta basale senza fiori e semi.
Molte persone la usano cotta nel misto del Prebuggiun(qui>>>) o cruda le foglioline giovani, e non escludo che probabilmente anche io qualche volta l'ho raccolta senza badare troppo, per la sua estrema somiglianza con altre piante simili dalle foglie dentate.
Questa, essendo della famiglia delle una volta Crucifere, ora Brassicaceae, ha un gusto leggermente piccante e pungente che può piacere o no. Il suo particolare nome Capsella significa "piccolo cofano" e questo concetto è rafforzato da bursa- pastoris, cioè "borsa del pastore", che allude alla particolare forma triangolare dei suoi semi quando nel 1657 fece dire a William Coles come assomigliassero alla borsa di pelle che i pastori e non solo, portavano a quei tempi per riporre il cibo e questo rimase nel nome per contraddistinguerla. Di questa borsa, quasi sempre di pelle di capra, ormai esistono tracce solo nella borsa sarda chiamata "taschedda" che ora è possibile trovare in forma elegante.
La rosetta basale di foglie assomiglia a diverse altre normalmente raccolte e per questo fugge al non esperto botanico, pensando di raccogliere cicoria, tarassaco, papavero o che altro di simile, non succede nulla, la pianta è commestibile e tuttalpiù è utile riconoscerla per il gusto che somiglia ad un cavolo e che si avverte anche dall'odore raccogliendola.
Le foglie cambiano da pianta a pianta e come succede spesso, sulla stessa pianta mano a mano che cresce lo stelo florale.
I fiorellini, piccolissimi, lungo lo stelo, e poi riuniti in grappolo, hanno quattro petali bianchi messi a mo' di croce, particolare che una volta dava il nome alla famiglia delle Crucifere.
In America del nord e in Cina è venduta nei mercati come verdura, come noi la rucola.
Importante sapere anche le proprietà medicinali che le sono riconosciute fin dall'antichità, strettamente legate al sangue, alle emorragie, sia si tratti di sangue dal naso che un flusso mestruale abbondante o altro.
Può essere utile conoscerne le proprietà così nel caso, per esempio di una leggera epistassi, spremere il succo su di una garza e infilarla nel naso, ma per tisane o altro è sempre il caso di chiedere ad un erborista qualificato.
È ovvio come un pianta che abbia spiccate proprietà curative possa interagire, sia con medicinali che con patologie diverse e questo non ne permetta un uso sconsiderato.
Se pur ancora usata da erboristi e omeopati è considerata una delle erbe più infestanti in agricoltura.
Comune in tutto il mondo, appartiene a quel genere di piante delle quali l'uomo si è sempre nutrito, i suoi semi sono stati ritrovati nei reperti archeologici di civiltà del Neolitico in Anatolia.
... la nonna fa chiamare Cischedda la fattucchiera,
che viene a liberarlo dal maleficio
con la sua taschedda di pelle di capra con polveri, erbe e unguenti ...
Salvatore Niffoi
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
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