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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

A MENËNÈSTRINN-A CO-E ÊUVE

T' ho dïto che t'a prepari O stocchefisce e bacilli A gongorzola co-i grilli E ûn bottigion de vin bon

E invece ti m'æ preparou A menestrinn-a co-e êuve A fà ciû fïto scì a chêuxe Ma o l'è ûn mangiâ do belin


Intere generazioni allevate a minestrina con le uova, più elegantemente chiamata altrove Stracciatella in brodo.

Piatto semplice, veloce, nutriente, corroborante, al quale dedico un post solo perché piatto davvero di tradizione, per il resto c'è poco da spiegare.

Passato di moda temo, per scelte più impegnative, quasi che ricordi un po' la miseria di un tempo e la necessità di nutrirsi con davvero poca spesa, chissà quanti la fanno ancora.

Ma come dice il proverbio "Anno nuovo, ogni gallina ricomincia a far l'uovo" e inoltre fa freddo, e se una sera è zuppa di cipolle, una sera quella d'aglio, una sera ci sta anche questa.

Ho la sensazione che un tempo non si avesse proprio il brodo di carne necessario per farla, e che spesso bastasse una costa di sedano in un po' di acqua per dare sapore, perché non è brodo o minestra senza la costa di sedano.

Poi arrivarono i dadi.

Mia mamma la faceva con il brodo della Cima (qui>>>) più leggero del brodo classico, al quale le uova aggiungevano corposità.

Quindi un avanzo di brodo, o un brodo vegetale o di dado.


Mafalde o Reginette

La differenza con la stracciatella di altri posti è la presenza della pasta.

Per tradizione sarebbero le Reginette, pasta lunga arricciata ai lati che normalmente si usa asciutta.

Devono il loro nome alla nascita della secondogenita di Vittorio Emanuele III, Mafalda, alla quale vennero dedicate, anche se erano conosciute prima con altri nomi.

In casa mia andavano bene anche i Fidelini, quelli a nido, che si rompono prima di buttarli.

In realtà basta una dose d'acqua, una costa di sedano divisa in due pezzi, sale, a bollore si butta la pasta.

Per me, al posto o insieme alla costa di sedano, nell'acqua uno spicchio d'aglio schiacciato, ma questo deve piacere.

Mentre la pasta cuoce, velocemente si rompono le uova in un piatto fondo, è sufficiente un uovo ogni due persone, ma se si vuole proprio fare ricca anche uno a testa, si aggiungono un cucchiaio di parmigiano a uovo, un poco d'olio a sentimento, un cucchiaio di acqua della pasta, sbattere appena appena per mescolare il tutto e assolutamente, imprescindibilmente il tocco di Maggiorana, (qui>>>) anche secca polverizzata.

Impossibile fare "a menëstrinn-a co-e êuve" senza, sarebbe stracciatella, quella dove si mette per esempio la noce moscata e non si mette la pasta.

Pochi minuti di cottura con qualche mescolatura perché appunto le uova si straccino e si serve in tavola.

Se si vuol parlare di difficoltà sta tutta nel momento giusto per aggiungere le uova, quei due minuti prima della fine della cottura della pasta.




La velocità e la semplicità di esecuzione ha fatto sì che il piatto diventasse famoso grazie a un canto popolare in lingua ligure dei primi anni settanta, talmente celebre da essere usato come inno da stadio e in qualunque festa, gita, sagra, balera, per fare allegria e conosciuto oltre i confini della regione.

Il duo dei Trilli lamenta nella canzone la differenza tra il buon stoccafisso con le fave e la minestrina con le uova che è un mangiare da... poco, per una traduzione elegante, al quale la moglie è ricorsa per risparmiare tempo, forse in altre faccende affaccendata.

Chi non conosce la canzone eccola, chi non conosce la minestrina con le uova è l'ora di provarla.


Stan ben ben quelli c'han quarcösa, stan ben ben, stan ben ben ...





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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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