DEGLI ERIGERON
Prima che inizino le passeggiate di riconoscimento di quest'anno desidero dire due parole su queste erbe, perché è ormai impossibile non incontrarne e di conseguenza descriverle.
Ormai, cambiamento climatico o no invadono dappertutto ed è più facile trovare loro che altre.
Botanicamente Erigeron è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, per dirla facile facile piante che hanno, per i profani, visivamente, il fiore tipo la margherita, a volte piccolissimi, a volte riuniti assieme.
È la famiglia che conta più specie, si parla di 23000, suddivise in 1620 generi, quindi il riconoscimento non sempre è facilissimo.
Gli Erigeron da soli sono già 150 specie diverse, alcune, una quindicina forse, vivono da sempre fra le nostre Alpi ed Appennini, le altre fra America e Sud America.
Fra quelle che vivevano all'altro capo del mondo, sfuggite agli orti botanici dove erano state portate come curiosità, ce ne sono due diventate comunissime ai nostri piedi l'Erigeron canadensis e l'Erigeron karvinskianus, che vengono definite neofite invasive, di fatto malerbe infestanti.
Adesso è il momento che va di moda mangiare, tutto, specie se è un'erba selvatica e presto davvero dovremo mangiare queste perché stanno soppiantando con la loro facilità di espansione e resistenza ai diserbanti, alla siccità e al gelo, le altre, quelle che una volta era banale trovare.
Come diceva quello, per quanto mi riguarda, non mi avrete mai come volete voi. Io non le mangio.
Erigeron canadensis, Erigeron floribundus, Erigeron sumatresis ecc.
Impossibile non trovarlo, tra poco sarà più facile trovare questo che la piantaggine una volte così comune.
Gli va bene qualsiasi angolo di strada, di campo, di pietra, di sabbia, da 0 a 1400mt.
Ci sono almeno tre varietà simili con poche differenze che personalmente non riesco a percepire, Erigeron candensis, Erigeron floribundus, Erigeron sumatrensis.
Differenze nella foglia più stretta o più larga, nell'altezza del cespo fiorito, nella misura e numero dei fiorellini del corimbo o nell'odore più o meno persistente.
fiore di Erigeron - foto di Actaplantarum
Il fiore, uno stelo alto con le foglie diverse da quelle della rosetta, con in cima un corimbo di fiorellini, fino a 200
I nomi simili seppola canadese una, seppola di Buenos Aires l'altra, seppola di Naudin ancora un'altra.
Il nome seppola o coniza, Conyzinae è il nome della sottotribù di appartenenza, potrebbe derivare dal greco pulce, per il forte odore di cimice che emana da secca e serviva ad allontanare appunto le pulci.
Gli oli essenziali di cui è ricca fanno assomigliare di più al cumino l'odore che emana.
Ha proprietà da non sottovalutare e nei testi viene indicata come officinale.
Gli animali non la apprezzano per il forte sapore amaro e potendo la scartano.
Invece gli umani sì, pare che ci sia gente in giro che la mangia, la usa con grande soddisfazione.
Nelle mie passeggiate la faccio sempre assaggiare perché sorprende con il suo gusto che ricorda il peperone verde così a chi piace può unirla a insalate, ma cruda la peluria che la ricopre può essere fastidiosa o aggiunta a cuocere per insaporire un sugo.
Sempre che piaccia.
A me no, non piace, in realtà non posso mangiare neppure i peperoni veri per un'allergia che mi è uscita una decina di anni fa.
Erigeron karvinskianus
Un altro Erigeron invasivo che si vede davvero dappertutto e che ha preso il posto di tante spontanee selvatiche del prebuggiun, tipo le Talegue e tutte quelle che amano crescere sui muri, fra le pietre, è l'Erigeron karvinskianus.
Confuso spesso con la pratolina, sorprende per la fioritura inossidabile, duratura, che non si lascia intaccare da nulla, siccità, freddo, terreno povero.
Le differenze con la margheritina dei campi sono notevoli ma possono sfuggire ad una osservazione frettolosa.
La prima sono sicuramente le foglie completamente diverse e il portamento stesso della pianta.
Mentre la pratolina, pur riempiendo interi prati, ogni pianta ha la sua rosetta di foglie e due o tre fiori su uno stelo sostenuto, questo Erigeron forma grandi cespi di fiori su steli sottili che ormai si vedono sui muri di pietra di tutte le strade.
Il fiore che potrebbe sembrare più simile non si chiude alla sera e i petali sono diversi, più sottili, più numerosi, spesso rosati.
Un'altra varietà simile è l'Erigeron annuus.
Da entrambi sono derivati ibridi per decorare i giardini rocciosi.
Non mi risulta una commestibilità della pianta, ma ormai sempre più spesso vedo i fiori usati per decorare piatti vari.
Pur non sapendo di una reale pericolosità preferisco non usarla, consapevole che non sarebbe un fiore sull'insalata ad avvelenarmi, ma preferisco nel caso continuare ad usare le pratoline.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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