FEDERICA DELLA LANA
... al mondo antico, chiuso nel suo cuore,
la gente del duemila ormai non crede più!
Con le pecore e un cane fedele,
gli amici sempre pronti, nei pascoli sui monti,
a una spanna dal "regno dei cieli"
viveva felice così!
Federica è sempre stata Federica, fra gli adolescenti che avevano più o meno l'età dei miei figli, qualche anno in meno, ma li vedi crescere per il paese.
Poi un giorno ti siedi sulla sedia del dentista e te la ritrovi lì come assistente e pensi "che bello! questi ragazzi sono diventati grandi, si danno da fare".
E se non basta, nei fine settimana, si può anche fare la cameriera.
Poi la perdi di vista, ti dicono che è a lavorare in riviera e va e viene.
Passano gli anni, i figli crescono e le mamme imbiancano, e un giorno senti parlare di una giovane donna che si occupa della piccola azienda agricola di famiglia, appena sopra Varese Ligure, che lotta per un progetto che mira a salvaguardare una razza autoctona di pecora locale, che si batte per il recupero della lana, che fa parte di un gruppo di altre donne che credono in un sogno "La Pecora Nostrana".
Pecore che rimanendo in questa valle e in quelle limitrofe, con nascite scambiando l'ariete tra una famiglia e l'altra per evitare consanguineità, senza una particolare selezione, davano però un animale robusto, resistente e di facile allevamento.
Uno di quegli animali per la nostra piccola campagna fatta di piccoli agricoltori, bestie dedicate ai pascoli meno produttivi e più impervi, ti danno un po' di lana, un po' di carne, un po' di latte, niente di specificatamente eccezionale, fatte per questa economia a circolo chiuso, dove nemmeno un filo d'erba deve andare sprecato.
In tutte le case qui una volta, si aveva una o due di queste pecore, dalla quale avere quell'agnello da sacrificare una volta all'anno, la lana da filare per gli "scapin" e qualche mariölo, o suera, come dicevano qui, storpiando dall'inglese "sweater", imparato dai bisnonni nelle Americhe e poi diventata parola dialettale, se proprio si era quasi benestanti uno "strapuntin" da posare sul saccone di foglie di granturco, qualche tazza di latte da mescolare a quello di mucca e produrre poche formaggette miste per il consumo familiare.
Talmente poco redditizio questo tipo di allevamento di una razza nemmeno tanto riconosciuta, che è stato il primo ad essere abbandonato, trascurando il fatto che questo tipo di animali concorrono a tenere l'equilibrio del territorio, che solo chi ha vissuto in queste terre sa come sia precario e si rompa appena un tassello di questo equilibrio si perde, purtroppo spesso per sempre.
- gli scapin, i calzini di lana - la rocca - il mariölo, la maglia della pelle, i fusi antichi -
Ancora fino alle generazioni di donne prima di me, quelle nate intorno agli anni '30, '40, erano solite passare la giornata fin da bambine sui monti a pascolare una, due, qualcuna tre, le poche pecore di casa, filando con la rocca appesa in cintura e il fuso, tutto il giorno, perché Heidi non è solo una favola.
L'interesse che ho sempre avuto per i lavori manuali delle donne nel mondo contadino, i sempre più frequenti riferimenti a lei quando si parlava fra amiche qualche anno fa, mi convincono a capire chi fosse questa giovane donna.
Mentre cercavo nuovi stimoli per parlare in modo diverso delle erbe della mia valle, mentre avevo avuto un ritorno di fiamma improvviso per i lavori ai ferri e uncinetto e cercavo lane del posto, e facevo prove di tintura naturale con le erbe, mi capita una domenica pomeriggio di andare a incontrarla.
Era lei la nuova Heidi, la Federica.
Non aveva resistito, non faceva per lei avanti e indietro, non poteva esserci nessun'altra vita che quassù "a una spanna dal regno dei cieli"
Già esisteva l' azienda agricola dei genitori con qualche capo di bovini, perché non portarla avanti in questo pezzetto di paradiso in terra?
A Federica gli animali piacciono tutti, oddio quasi tutti, quelli che le stavano una volta meno simpatici sono proprio le pecore, quelle del vicino che finivano sempre per restare impigliate nel filo del recinto, ma dopo l'esperienza cittadina, vede con occhio diverso anche loro e così decide di mettere su qualche animale della razza locale fortunosamente salvato dall'estinzione, che le servano per tenere puliti i prati meno accessibili, che le diano un po' di lana e qualche volta anche un po' di latte e ristabiliscano il vecchio equilibrio di una volta e perché non farlo proprio con la pecora del posto, proprio le nipoti di quelle del vicino?
Non è sola nel progetto, nasce la Pecora Nostrana, in collaborazione con un veterinario Alessio Zanon, specializzato in razze in estinzione, e altre due donne imprenditrici agricole, Elena Gabbi ed Elisa Picasso, giusto per fare le cose per bene.
Messe le pecore, bisogna saper fare con la lana, diventata negli ultimi trent'anni "rifiuto speciale" che agli allevatori dava solo problemi di smaltimento.
Qui ha il conforto delle abili mani della nonna che ancora sanno correre veloci a filare e ci prova Federica e ci riesce.
Poi raccoglie sambuco, iperico, noce, ortica, prova e riprova e riesce a tingere la sua lana dei colori tenui dei prati.
Niente curcuma, cocciniglia o alghe, solo quello che ha intorno.
Piccoli manufatti, qualche chilo di lana, qualche formaggio ... con costanza e senza arrendersi Federica va avanti, nonostante fatiche e ostacoli.
C'è da diventare ricchi?
No, non proprio, Federica non deve diventarlo, lo è già di suo, dentro.
Porta con sé il valore del lavoro dei suoi genitori e nonni, ha le tasche piene di voglia di fare e il cuore pieno di amore verso i suoi animali, che accudisce personalmente, andando nei pascoli ad aprire ogni mattino e rinchiudere ogni sera, le segue e assiste nei parti, a seminare e tagliare per loro il fieno migliore, con il suo cane e il suo cavallo, "nella casa più grande del mondo che soffitto e pareti non ha".
Non tentate di fermarla, non ce la farete, se la incontrate a qualche evento con le sue lane, i suoi manufatti, o se siete così fortunati da poter imparare con lei come lavorare, tingere e filare la lana, seguitela.
Da parte mia spero davvero che tutti i progetti di cui si era parlato fra noi e che si sono fermati causa pandemia, possano adesso ripartire, quelli che riusciremo a fare assieme saranno pubblicati presto qui sulle pagine del blog, altrimenti potete trovarla sui social.
Tante sono le Federiche fra le mie conoscenze ma solo lei adesso è Federica della lana.
... e libera come l'aria
purissima del mattino
per vivere sui suoi monti ...
Contatti
Azienda Agricola Federica Figone Loc. Pian delle Galline Varese Ligure – SP
Cell 3498658167
E-mail: fedefi_85@hotmail.it
Fb: La Pecora Nostrana
account personale: Federica Figone
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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