FIOR DI GELSOMINO E DI NON GELSOMINO
Quando nascesti tu nacque un giardino
di tutte qualità c'erano fiori
l'odore si sentiva di lontano
e specialmente quel del gelsomino...
Stornello Toscano
Una volta le notti d'estate era tutto un profumo di gelsomini e caprifogli.
Poi negli ultimi anni non sono più riuscita a trovare un vero gelsomino, il caprifoglio quasi sconosciuto ai più, almeno qui dalle mie parti.
Prima che potessi accorgermene sono spariti dai giardini.
Al loro posto una pianta più robusta, resistente ai freddi, che non perde le foglie in inverno, che imita il profumo del gelsomino.
Ovunque, sui muri abbarbicati, sui pergolati di tutta la Riviera un tripudiare di Trachelospermum jasminoides o Rincospermo, ma ormai da tutti chiamato gelsomino.
Non sarebbe niente di che, se non mentre il vero Gelsomino, Jasminum officinale,(infinite le specie) dal delicato profumo quasi mai offensivo, ricco di proprietà calmanti e forse afrodisiache, è anche edule, l'altro, il falso, è tossico.
Il primo uso del vero gelsomino, conosciuto da tutti, che mi viene in mente, è nel famoso Jasmine tea, un te verde aromatizzato al gelsomino.
Al sud dove il vero gelsomino facilmente sopravvive agli inverni, viene largamente usato nei dolci, nei sorbetti, in infuso.
Nella zona del trapanese è utilizzato per una delicata granita, ottenuta dall'infuso o meglio dal macerato del fiore ancora socchiuso, in acqua per circa 12 ore, dopodiché con l'aggiunta di uno sciroppo di zucchero e succo di limone messo nel congelatore, ogni mezz'ora mescolato il composto fino ad avere la consistenza della granita, oppure nella gelatiera per avere un profumatissimo sorbetto.
È possibile che venga anche aggiunta della cannella sia nello sciroppo di zucchero che poi sopra.
Piccolo intermezzo storico divertente: questa granita è conosciuta con il nome di "Scursunera", è evidente come il termine per me ligure, abbia fatto venire in mente la nostra "scorzonera"! qui >>> La Scorzonera di Codivara
Ebbene sì, un tempo la granita siciliana in oggetto veniva fatta proprio con la radice di una scorzonera, se non proprio il nostro ligure Tragopogon con una pianta molto simile, forse una Scorzonera hispanica, alla quale si assegnavano proprietà medicamentose e per far meglio accettare l'intruglio curativo, leggermente amaro, lo si gelava in granita con l'aggiunta dei fiori di gelsomino.
Col tempo l'uso della radice è andato perduto, è rimasto il nome e il gelsomino, e a me, capitata per caso nel trapanese, come tanti per vedere la bella Selinunte, è toccato sentire la parola "scursunera" per indicare una dolcissima granita.
Uno degli olii più costoso e usato in profumeria è l'olio di gelsomino, chiamato il Re degli olii, tra i profumieri vige il detto "Non esistono profumi senza gelsomino".
In Calabria e in Sicilia vi erano piantagioni di gelsomini la cui raccolta era poi affidata alle giovani donne, spesso bambine, per le mani piccole e delicate nel tocco per raccogliere i fiori senza rovinarli.
Si alzavano ancora notte per raccogliere prima che il sole alto rovinasse le corolle.
In un documento salvato da Raiplay intorno alla metà degli anni 60 raccontano la dura vita che non vogliono più fare le Gelsominaie, mettendo in atto la così detta Rivoluzione profumata.
Potete vederlo a questo link, dura poco più di 4 minuti
Come per tutte le piante sono presenti diverse specie, proprie per l'uso ornamentale o erboristico
Nella foto sotto il Jasmimum grandiflorum o Gelsomino siciliano o Gelsomino di Spagna, quello delle raccoglitrici
Non resta che capire la differenza fra gelsomino vero e gelsomino falso.
Al di là della leggerezza del portamento del Gelsomino vero, rampicante e ricoprente ma con il rametto di cinque foglie sottili, allungate e appuntite e sopratutto decidue (in autunno cadono), dal fiore con l'elegante calice allungato, a volte sfumato di rosa, la differenza più visibile è sopratutto nella disposizione dei petali.
Nel vero gelsomino, quale sia la specie, i petali sono ben distinti intorno agli stami, mentre nel falso gelsomino girano intorno come una girandola.
Il profumo delicato e intenso e curativo del vero gelsomino mentre dolciastro e invadente fino ad essere insopportabile quello falso.
Le foglie rustiche e coriacee del falso gelsomino che non cadono in inverno e una sola fioritura, mentre il vero gelsomino fiorisce continuamente fino all'inverno quando poi perde le foglie.
- vero gelsomino - - falso gelsomino -
Mentre con il vero gelsomino ci si può divertire a decorare cibi, usarlo in sciroppi e gelati, fare una tisana calmante, confezionare oleoliti per la pelle, con il Rincospermo non è proprio consigliato.
Anche un semplice oleolito fatto con i suoi fiori potrebbe trasmettere alla pelle i pericolosi alcaloidi che TUTTA la pianta contiene.
Attenzione quindi all'olio essenziale che si può comperare a volte per profumare casa, carissimo nel caso del vero gelsomino, e resto sempre allibita aprendo siti dove accanto alla foto dell'olio o della granita o della tisana c'è la foto del falso gelsomino.
Tutte le piante hanno proprietà e forse anche gli alcaloidi del Rincospermo sapientemente usati ne hanno, ma non certamente l'uso casalingo che si è fatto con il Gelsomino, considerato da sempre come calmante e antidepressivo naturale, sia in infuso sia l'olio sia il profumo, cosa che non è affatto con quello falso.
"L'essenza di Gelsomino è un chiaro esempio di come l'aromaterapia
possa produrre un effetto globale: per contatto diretto con la pelle e tramite il profumo, raggiunge i centri delle emozioni nel cervello e vi disattiva le predisposizioni negative come il pessimismo, la tristezza e la paura ..."
Susanne Fischer-Rizzi, Profumi celestiali, 1995
Se poi si vuole imparare proprio bene bene come è fatto un fiore di gelsomino vero non resta che fare come me, quando anni fa ho tentato vagamente di imparare qualcosa dalla bravissima Susanna Righetti e dai fiori di zucchero del suo The Sugar Garden.
Ebbene sì, questi della foto sotto sono in pasta di zucchero e sono davvero di grande effetto nella decorazione di un dolce.
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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