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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

FIOR DI ORNIELLO


- Fiore di Fraxinus ornus, Orniello -

Allora disse Jafnhár: “Il frassino è di tutti gli alberi il più grande e il migliore;

i suoi rami si allungano per tutto il mondo, fin sopra il cielo”.


Con incommensurabile ritardo pubblico il post sul frassino.

In pratica è dall'anno scorso che volevo scrivere qualcosa, il caldo anomalo ha fatto sparire in fretta i bianchi fiori sugli alberi che si mescolano confondendosi con gli arbusti di sambuco nella macchia.

Forse qualcuno ancora fiorito si trova andando verso quote più alte.

Profondamente diversi dal sambuco raccontano anche loro la storia di un albero che per il resto dell'anno rimane qui semi sconosciuto fra carpini, roverelle, cerri e altro, nati a caso, a formare i boschi misti insieme ai castagni che ammalati e poco curati stanno lentamente sparendo.

A me, fortunata, ne è nato uno in un vaso.



Diversa la considerazione degli antichi per questa pianta, nella cultura nordica è la chioma di un frassino che sostiene il cielo e per altri è il primo albero creato, e da questi è uscito il primo uomo.

Nelle sue radici vivono le Ninfe melìadi, le ninfe del miele, custodi del destino, che incessantemente tengono bagnate le sue radici perché non secchi.

La sua magia è legata alle acque e si diceva salvasse dall'annegamento.

Proprietà guaritrici affidate alle sue foglie, alla corteccia e ai semi.

Con le foglie giovani si fa un ottimo tè.

Associato al mito della creazione diventa simbolo di fecondità.

Tali sono le sue proprietà magiche che è solo con un paletto di frassino, robusto ed elastico, che si possono uccidere i vampiri.




Ieri sera un frassino sul punto di dirmi qualcosa - tacque.

Octavio Paz


Le foglie formate da un rametto con da 5 a 9 foglioline leggermente dentate sul bordo cadono in autunno.

Il legno pregiato e bianco, elastico, leggero largamente usato da sempre per tutto ciò che necessita di un legno resistente, gli archi e frecce per esempio o le ruote dei carri, manici per attrezzi agricoli e poi in seguito anche sci, eliche, strumenti musicali, sedie ecc.

Tra le innumerevoli varietà il più pregiato è il Frassino maggiore, Fraxinus excelsior, diverso il fiore da quello sopra, ma qui trovo più frequente questo, l'Orniello, Fraxinus ornus, anche esso dalle innegabili proprietà.

Ottimo come legna da ardere anche verde, per via di una sostanza infiammabile che contiene, il primo fuoco dell'anno veniva acceso con legno di frassino perché la stagione fosse propizia e le piogge primaverili abbondanti.

Tenuto spesso vicino alle abitazioni e capitozzato per fare con le foglie foraggio, tutto l'albero è commestibile, semi, corteccia foglie, anche per l'uomo e le donne romane lo usavano le sue proprietà dimagranti.

I contadini di una volta preparavano per i giovani polli in primavera "l'acqua blu" di Orniello.

I giovani rami, i polloni dell'anno con la corteccia che si stacca facilmente, venivano immersi un po' sbucciati e un po' no, in acqua fresca per almeno due giorni al buio, l'acqua prende una colorazione bluastra e questa veniva data una volta, ogni due o tre giorni per qualche settimana, si diceva che servisse per prevenire e rinforzare, probabilmente l'effetto antinfiammatorio contro artrite e reumatismi, gli effetti blandamente lassativi e diuretici servivano come serviva a noi la ... Manna.



Solo da pochi anni ho scoperto essere l'Orniello lo stesso Frassino da manna, coltivato in Sicilia, per la produzione di quest'ultima, una coltivazione antichissima.

La manna è ottenuta da un liquido biancastro dolce, frutto dell'unione fra le due linfe dell'albero che incontrandosi e uscendo all'esterno solidificano naturalmente grazie alle particolari condizioni ambientali, caldo secco ecc..

L'uomo favorisce la fuoriuscita nei mesi caldi, incidendo la corteccia e creando un taglio, posizionando particolari accorgimenti per far si che si raccolga in cannoli, o in coppette alla base, o raschiando quella naturale.

Un lavoro che si concentra tutto intorno al parco delle Madonie in Sicilia e gran parte della produzione mondiale per dolci, prodotti di bellezza o medicinali naturali arriva da lì.

Nonostante l'albero sia lo stesso, l'Orniello, da noi non avviene la trasformazione della linfa da liquida a solida per questioni proprio di clima.


Mannite di Castelnuovo - foto dal web -

Chi fra quelli della mia età non ricorda come le veniva propinato al mattino il panetto di Mannite da sciogliere nel te o nel latte, per rinfrescare l'intestino, quando, per esempio, si andava in villeggiatura e "bisognava abituarsi all'aria"?

Purtroppo un prodotto destinato a sparire, sostituito come sempre da surrogati chimici, il Mannitolo, che non sempre è Mannite da Frassino.

Anche la produzione di Manna in cannoli, era diminuita drasticamente e i frassini sostituiti da oliveti o simili se non fosse per alcuni giovani che hanno ripreso in mano le antiche tradizioni e adesso la Manna in Cannoli è un presidio Slow food.


- foto dal web -

La casa d'Israele la chiamò manna.

Era simile al seme del coriandolo e bianca;

aveva il sapore di una focaccia con miele.

Libro dell'Esodo.


Incredibile come si sia potuto abbandonare un prodotto così fantastico, dalle molteplici proprietà curative, a cominciare dai diabetici che possono usarlo al posto dello zucchero, a chi vuole un blando lassativo per bambini e anziani, favorire la diuresi, come antinfiammatorio per avere miglioramenti nelle bronchiti croniche e calmare la tosse, più un buon contenuto di antiossidanti.

D'altra parte cosa mandò Dio agli Ebrei nel deserto che gli bastasse per tutto? Anche se le ipotesi sono diverse e non certe che si tratti di una linfa di albero, vero è che si usò la parola manna per definirlo.

Ancora adesso si usa l'espressione "come Manna dal cielo" per un benessere inaspettato e gratuito.

La cura di Mannite era un classico primaverile, del cambio di stagione o come dicevo prima, quando si effettuava un cambiamento d'aria per purificare gli organi e predisporli alle nuove cose che si sarebbero mangiate, ai nuovi pollini che si sarebbero incontrati nelle passeggiate, all'acqua diversa che si sarebbe bevuta.

Ora, ahimè, si vive nella globalizzazione e si va velocemente con un aereo da un posto all'altro dove ci illudiamo di trovare le stesse cose, gli stessi sapori in qualsiasi posto del mondo siamo, ma forse non è proprio così e sono convinta che il nostro organismo ne risenta più di quanto ce ne accorgiamo, perché, come diceva mio padre, se fossimo nati per volare ci avrebbero pur fatto le ali anche a noi, se ci hanno fatto per muoverci con i piedi significa che si deve andare più lentamente...



- foto dal web -

Il video sotto è estrapolato da un video più lungo del National Geographic , salvato diversi anni fa con mezzi di fortuna e me ne scuso, probabilmente ci sono diversi altri video sul web ma questo mostra in maniera molto concisa il procedimento

Mario Cicero vive ancora a Castelbuono e come guida ambientale escursionistica organizza eventi e accompagna grandi e piccini in bellissime avventure, oltre ovviamente a produrre manna.

A questi link per conoscerlo e incontrarlo.













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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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