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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

IL VISCHIO




Un'altra fine anno, un altro Capodanno.

Questo tempo uggioso, pieno di nebbia e pioggia, oltre a immalinconirmi, mi ha impedito di andare per boschi a cercare il vischio.

D'altra parte non avrei nemmeno nessuno da baciare sotto al classico ramo appeso in casa, quindi mi sarei accontentata di trovarlo senza coglierlo.

Nonostante siano ormai anni che non lo appendo più per i baci ho sempre cercato di averne un ramo in casa, essendo questa una delle usanze più antiche dell'uomo.

La pianta mi ha sempre incuriosito perché qui nella mia valle non si trova, e anche mia madre ha desiderato tutta la vita trovarlo in un bosco, come andavano raccontando fungaioli e cacciatori che sapevano dove

Finché un giorno, non tantissimi anni fa, a pochi chilometri, valicando il passo delle Cento Croci ed entrando in Val Taro, proprio lungo la strada, ho visto i primi alberi, nel caso peri, prugne e mele, con il vischio sopra. Essendo in un terreno privato li ho potuti ammirare solo da lontano, ed è diventato un appuntamento ogni volta che mi recavo a Borgotaro.

Oggi quegli alberi sono secchi, e non c'è più vischio, in seguito ho saputo che in quelle zone non è difficile trovarne, anche se sta diventando sempre più raro.



L'ho ritrovato invece salendo la strada che porta al parco del Pollino, in Basilicata, proprio ai primi di dicembre di qualche anno fa, in un viaggio magico, che forse proprio perché aveva un che di stregato doveva riservarmi, oltre al resto, anche la sorpresa di un albero coperto di decine di grossi ciuffi di vischio, che ho potuto osservare con calma, ma ero tanto emozionata che non ho fatto che due sole foto.

Pochi km dopo, in una trattoria del posto, altro incontro magico che conservo nel cuore come uno dei ricordi più belli, direttamente dalla forestale, venni a sapere che, contrariamente a quanto si pensa, non è una pianta protetta dappertutto sul territorio nazionale, ma solo a protezione regionale, più al nord come il Trentino, la Lombardia e forse il Piemonte, anche se lì trattandosi di una zona di Parco, dubito si potesse raccogliere.

Il Vischio, di qualsiasi varietà si tratti, se Viscum album, il più comune, con le bacche bianche perlacee, su piante da frutto, tigli, salici ecc, . Loranthus europaeus Jacq dalle bacche giallo oro, che vegeta sulle querce e sui castagni o Phoradendron leucarpum quest'ultimo arriva dall'America del Nord ai nostri fioristi, è una pianta emiparassita.

Per emiparassita si intende una pianta che integra il nutrimento che le abbisogna prendendolo da una pianta ospite. Infatti non vivrebbe se le sue radici fossero messe sulla terra, anche se è in grado di crescere attraverso la fotosintesi.

Si pensa solitamente che questo farà morire certamente la pianta dove si attacca, non è del tutto vero, anche se spesso dà una mano al deperimento di quest'ultima.



Essendo una delle piante più antiche che accompagna l'uomo da secoli, una delle più magiche e sacra, dalle molteplici proprietà, centinaia sono le leggende alle quali è legata.

Fra le più note quelle della tradizione del bacio e del perché appenderlo sopra alla porta.

Celti e Druidi ritenevano le piante, specie quelle trovate su quercia, talmente sacre, nate da un fulmine scagliato da un dio, che venivano raccolte con un'apposita cerimonia al termine di un banchetto e solo un sacerdote poteva coglierle, con un falcetto d'oro e facendole cadere su di un drappo bianco, o prese al volo, circondato da altri sacerdoti che le riponevano in un bacile d'oro.

Creduto il Vischio, in grado di ridare la possibilità di generare a qualsiasi essere sterile e quindi simbolo di fecondità per come era in grado di crescere senza radici, e di guarire quasi tutti i mali.

In realtà avrebbe davvero proprietà medicinali, si parla anche di un certo effetto su alcuni tumori che viene studiato adesso, o di come regoli la pressione, e si sa che veniva usata nella medicina popolare, a me è rimasto solo il memore della sua tossicità e a livello casalingo è davvero sconsigliato farne uso, o di quando con le bacche se ne faceva una colla per acchiappare gli uccelli, pratica oggi proibita.



- Enea occupa l'ingresso ed asperge di acqua fresca il corpo ed attacca il ramo sulla soglia davanti.

Compiuti dunque i riti, consegnato il dono alla dea, giunsero ai luoghi ridenti, alle amene verzure, le sedi beate dei boschi fortunati: Qui l'aria è più pura e veste di luce purpurea le pianure, vedono un loro sole e stelle loro. -

Eneide, libroVI


L'uso di appendere il vischio alla porta pare derivi da un passo dell'Eneide che riconosce nel Vischio il ramo d'oro con il quale Enea, volendo rivedere il padre Anchise morto, si presenta alla porta degli inferi, consigliato dalla Sibilla Cumana, per calmare le ire di Caronte e offrirlo a Proserpina e appenderlo sulla porta della città di Dite, all’ingresso dei Campi Elisi, potendo così proseguire per incontrare il padre fra i beati.


- Se non ti commuove l’esempio

di una tale pietà , almeno riconosci

questo ramo!» e mostrò il ramo che teneva nascosto sotto la veste.

Il cuore di Caronte, gonfio d’ira, si mise in pace: egli non disse più nulla -




Il bacio sotto al ramo di Vischio è invece leggenda nordica.

La dea Frigg, madre del dio Sole Baldur, temendo la profezia che le annunciava la morte del figlio e quindi la fine della vita sulla terra, si fece promettere da tutti gli elementi, animali e piante, che non gli avrebbero fatto del male, ma dimenticò il Vischio e il dio del male ne approfittò per confezionare una freccia che diede in mano a Hoder ,il dio cieco dell'inverno, che la scagliò proprio contro il figlio della Dea, uccidendolo.

Pianse la madre affranta sul corpo dell'amato Baldur e le sue lacrime si trasformarono nelle traslucide perle del Vischio, riportando in vita il figlio.

Felice la dea baciò chiunque passasse di lì, appunto sotto il Vischio adorno per la prima volta di bacche bianche ...

Nel caso vi accingeste a raccoglierlo per usarlo come portafortuna, sappiate ancora che non va raccolto con le mani nude e mai che mai preso con la mano sinistra e lasciato cadere a terra ma afferrato al volo.

Dopo decine di baci sotto il vischio e qualche ramo raccolto personalmente, posso affermare con cognizione di causa che quello usato da me doveva essere proprio stato raccolto malamente non avendo ricevuto meno che meno nessuno degli effetti fantastici che mi aspettavo.

Con ciò stasera se avessi un ramo di vischio e qualcuno da baciare proverei ancora una volta.

Auguri e baci



Ho derubato i boschi

i fiduciosi boschi

gli alberi ignari

porgevano le loro galle e i muschi

lusinghe alla mia fantasia

esaminai curiosa i loro ninnoli

li afferrai li portai via

cosa dirà l’austero abete

cosa la quercia?

Emily Dickinson







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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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