L'OMBELICO DI VENERE
...Come sempre, il paesello taceva e sembrava deserto, abbandonato;
sui muri si apriva con le sue piccole coppe di carne verde l'ombelico di Venere ...
Dopo il Divorzio - Grazia Deledda 1903
Per una volta riuscirò a parlare di una pianta facilmente riconoscibile, difficile da confondere con altre.
La sua caratteristica forma rotonda, un dischetto con una depressione al centro, il verde tenero, la consistenza di pianta grassa, il posto dove cresce sui muri ombrosi dei boschi ma anche sulle rocce umide a picco sul mare sempre e solo se non troppo baciate dal sole, la rende inconfondibile.
Il particolare aspetto la fa assomigliare vagamente alla zona dell'ombelico e se di corpo si parla, per la sua bellezza non può che essere di Venere.
Chissà quante volte l'abbiamo incontrata nelle nostre passeggiate, inizia adesso a mostrarsi in riviera, per fiorire prima che venga il caldo, con un lungo ramo di piccole campanelline pendule di un bianco sporco tendente al verde, raramente sfumato di rosa.
Forse mai abbiamo pensato di raccoglierla per mangiarla...
L'utilizzo alimurgico di questa pianta non è molto in uso da queste parti, forse dimenticato, anche se in tempi diversi veniva addirittura bollito, meglio a vapore, insieme ad altre piante.
Invece è buona in insalata e soprattutto decorativa e spesso inaspettata dagli ospiti quando se la trovano nel piatto insieme ad altre foglie più comuni.
Da raccogliere giovane, prima che fiorisca.
Inutile stare qui a descrivere il gusto, ognuno di noi ha la sensibilità sua e esperienza mi ha insegnato che questi particolari sapori sono tutti da recuperare.
I recettori della nostra lingua stanno velocemente andando verso una globalizzazione che non esce da o dolce o salato, i bambini non sono più minimamente abituati, per esempio, all'amaro, che è uno dei quattro sapori fondamentali indispensabili per la sopravvivenza, amari sono quasi tutti i veleni che in minima dose diventano però medicina, quindi è perfettamente inutile che stia qui a scrivere che ha un sapore fresco e delicato, provare provare provare.
Un ultima cosa, ha anche blande proprietà.
Pestata veniva usata per le scottature, ma anche per sciatica e reumatismi, forse quando davvero non c'era altro
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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