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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

LA GALINSOGA




Nell'orto abbandonato prospera ora indomita la Galinsoga.

Una delle poche erbe della quale non conosco nessun nome volgare.

In pochi anni ha rimpiazzato con successo altre infestanti, pare complice il clima sempre più caldo, insieme al terribile Erigeron, quello che ingenuamente i primi tempi credevo fosse un tipo di aster, la settembrina, solo per una certa somiglianza e per il periodo di fioritura, ma ahimè non lo era.

Questo post è solo per dare un nome a questa pianta che fa parte delle piante vagabonde o viaggiatrici.

Portate per curiosità negli orti botanici, nello specifico questa da tali Ruiz e Pavon, due giovani spagnoli, che, incaricati dello studio delle piante del Sud America, la dedicarono a un medico di corte, Ignacio Mariano Martinez de Galinsoga, nominato poi Intendente dell'Orto Botanico di Madrid.

Era la fine del '700 e da allora, questa come tante altre piante, arrivate dal nuovo mondo, conquistò il vecchio.

Per chi come me ama anche la storia delle piante può divertirsi leggendo questi due articoli:



Riconoscerla è facile, ce n'è talmente tanta che se non lo capisci la prima volta che ne vedi una, puoi tranquillamente fare allenamento con tutte le altre che trovi in qualsiasi campo.

La foglia è leggera, ovata o anche lanceolata, più o meno dentata, l'infiorescenza piccola e insignificante, bianca con il centro giallo.

Arriva a 50 cm. non di più.

Odore praticamente nullo, sapore non l'ho assaggiata, c'è chi dice buonissima

Principalmente gradisce i terreni coltivati, meglio se umidi, anche se è pianta di poche pretese e infesta le colture di ogni genere in tutte le latitudini meno l'Antartide.

Parlo di Galinsoga, ma come sempre sono le Galinsoghe, compresi ibridi che si formano, ma tant'è questo non è un post botanico scientifico e poco mi interessa se è questa o l'altra, anche perché mi sembra difficile distinguerle per un profano.




Sempre leggendo qui e là scopro che è commestibile, sia cruda in insalata che cotta in minestre.

Ci penso ancora un po', poi mi deciderò ad assaggiarla.

Nei paesi da dove proviene, specie la Colombia, fa parte di una zuppa, di patate e pollo, l' Ajiacco, dove essiccata è l'elemento insaporitore.

Nelle ricette che si trovano è chiamata guasca, e l'ignaro chef scrive "non so se si trova in Italia".

Tranquillo, c'è.











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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


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