LA SPONGATA A MODO MIO
A volte mi vien da chiedermi per quale motivo mi imbarco in progetti dai quali poi qualsiasi sia la riuscita non saprò mai se è così che doveva essere.
Avevo voglia di un dolce diverso e domani per l'Epifania ho pensato alla Spongata.
Un dolce che condivide Emilia, Toscana e fine Liguria di Levante.
Vista tante volte tra valli piacentine, a Pontremoli, a Sarzana, a Berceto, tutti luoghi a poche decine di chilometri qui intorno, ma non ricordo se l'ho assaggiata o no.
Parto dall'idea di mia madre che una pietanza dove ci sono cose buone non può essere cattiva e leggendo qui e là decine di ricette scopro per l'ennesima volta che ognuno la fa come vuole, e ogni paese ha la sua per così dire RICETTA ORIGINALE, così decido di fare come mi sento e come sempre, con quello che ho, perché oramai l'ho in testa.
In linea di massima si tratta di due dischi di pasta con in mezzo un impasto di frutta secca mescolata a vino e miele, e questo è quello che ho fatto:
Per la pasta:
300 gr. di farina bianca
100 gr. di burro morbido
100 gr.di zucchero
70 gr. di vino bianco
Per il ripieno:
100 gr. di noci
70 gr. di mandorle non sbucciate
50 gr. di pinoli
50 gr. di uvetta
100 gr. di miele
250 gr. di vino bianco
100 gr. di pane grattugiato
cannella a piacere
estratto di vaniglia
Ho preparato prima il ripieno, frullando le noci, le mandorle e i pinoli e anche l'uvetta, così non infastidisce nessuno.
Ho scaldato il miele, messo il vino bianco fino a portarlo a bollore e aggiunto la frutta secca tritata, amalgamato il tutto con un cucchiaio e alla fine aggiunto il pane grattugiato.
Lasciato asciugare un po' sul fuoco, poi messo a raffreddare.
Ovviamente si può lasciare la frutta a pezzi più grandi, qualcuno intero e si possono aggiungere le nocciole che io non posso mettere.
Ho impastato una specie di pasta brisee, senza difficoltà solo con il burro e il vino. Nel caso aggiungere pochissimo altro vino.
Ho diviso la pasta in due.
Ho allargato con il matterello un disco sottile per una tortiera da 25 cm a bordi bassi, ho unito il ripieno allargando con un cucchiaio e ho ricoperto con un altro disco di pasta.
Ho chiuso bene i bordi premendo e ho cercato di formare sulla superficie qualche disegno come ho visto fanno con degli appositi stampi.
Ho infornato a forno caldo a 180° fino a un colore ambrato, circa 40 minuti.
Sfornata l'ho girata a raffreddare e infine coperta di zucchero a velo
È un dolce delle festività natalizie e quindi per domani l'Epifania, era l'ultima occasione per provare.
Dolce di quasi certa provenienza mediorientale, partendo dal porto di Luni dove commercianti ebrei scaricavano le merci e da lì la "Via della Spongata", passando per Sarzana e Pontremoli, arrivando a Parma e un po' in tutto il nord Italia con mille varianti, mano a mano che gli Ebrei si insediavano e conosciuto anche con la complicità dei pellegrini cristiani che in barba al divieto del Sinodo del 1642 dove si proibiva di mangiare cibi ebraici, assaggiavano questo impasto o qualcosa di simile, portandone con sé il ricordo in ogni luogo dove si fermavano per questa o quella devozione.
Ma chissà se sarà davvero così la storia che ho letto, anche le origini sono controverse.
Incredibili le varianti via via dal Piacentino a Parma, da Sarzana a Pontremoli.
Marmellate al posto del miele, mostarda, spezie diverse, pasta più o meno sottile.
Ecco pronta, profumata,
bella tonda, zuccherata
il suo aroma eccezionale
ha il sapore di Natale
sulla tavola dorata
sarà di spicco la Spongata*
Sono piuttosto soddisfatta del mio risultato, è quello che mi aspettavo.
Dalle ricette che ho trovato si possono aggiungere noce moscata e altro, ma io con le spezie vado piano, cambiare proporzioni e modo della frutta secca, aggiungere le uova nella pasta e fare una frolla, insomma dovrò girare ad assaggiare di casa in casa le vari spongate.
Così a naso, con scarsa conoscenza di abbinamenti vini, mi sembrava che ci stesse bene un vino, che a me normalmente non piace, tipo Passito o Sciacchetrà che non avevo, ma ho trovato, fra i regali, uno Zibibbo siciliano di ignota provenienza che sì per stasera va bene, tanto non esco, non sono più la Befana di una volta 😜
*dal web
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
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