SUCCEDE... nei SEPPONI di CARRO
Succede che tu nasca a Milano, e che tu cresca con tutte le opportunità che una grande città così ti offre.
Succede che poi un giorno una tua compagna di scuola ti inviti a passare le vacanze estive nel tranquillo paesino sull'Appenino Ligure, alle spalle delle Cinque Terre.
Succede che lì in un attimo tutto si compia, che proprio lì, incontri chi accompagnerà i tuoi giorni futuri, chi cambierà la tua breve vacanza di giovane donna in una scelta di vita.
Eh sì, proprio lei Silvia Bonfiglio, a Carro, incontra Maurizio, si innamora, lo sposa per non andarsene più.
Carro è un grazioso paese adagiato su una collina dell'Appennino ligure, nell'Alta Val di Vara, con sullo sfondo le Alpi Apuane, una di quelle felici posizioni liguri che permettono alla mattina di fare un giro per funghi e alla sera un bagno nel più bel mare azzurro della Riviera di Levante, veramente una manciata di chilometri da Moneglia, Deiva Marina, Bonassola, Levanto.
Un piccolo comune dove non manca nulla, famoso al mondo per gli antenati di Nicolò Paganini che lui veniva a trovare al paese, e che viene ricordato ogni estate con il Festival Paganiniano (qui>>>), una serie di concerti di musicisti famosi.
Ha pure il Santuario, la Cerreta, edificato presso la casa che diede i natali al Santo Antonio Maria Gianelli (qui>>>), fondatore delle Figlie di Maria Santissima dell'Orto, le Giannelline di Chiavari, ma non c'è dubbio che qualche differenza con Milano ce l'ha.
Silvia e Maurizio, da giovani sposi vivono a Genova, lui ha una ditta di elettrotecnica, agli inizi degli anni '90, Maurizio eredita l'antico castagneto del nonno, ormai abbandonato e rinselvatichito, impraticabile, frequentato solo da cinghiali e inizia a pulirlo, sistemarlo, recintarlo, tutto nei fine settimana, quando tornano al paese.
Il bosco, denominato località Sepponi, probabilmente proprio dai ceppi, i seppi in dialetto, i grossi castagni che c'erano, era una volta famoso anche per gli ottimi funghi porcini che crescevano in simbiosi con gli alberi.
Maurizio cerca di informarsi sulle varietà di castagne della valle, della storia del castagno così importante per la sopravvivenza della gente di quella vallata, impara a innestare i giovani polloni nati a caso dalle vecchie piante ormai tagliate.
Recupera le marze di varietà che nessuno conosce più, e tutto questo ascoltando gli anziani, una cosa qui, una cosa chiesta là, una cosa capita, una intuita.
foto da ETNOBOTANICA IN VAL DI VARA
UN MARRONE DEI SEPPONI
La passione fa fare grandi cose e e succede che dopo qualche anno Silvia e Maurizio scelgono la loro terra, le loro castagne, si trasferiscono definitivamente, creano l'Azienda Agricola Silvia Bonfiglio con il proposito di produrre inizialmente marroni, poi arriveranno le castagne per la farina, le api per l'impollinazione e il miele, i funghi secchi, e piano piano una produzione di confetture con frutta biologica del posto.
Importante il recupero del vecchio seccatoio, fabbricato nel 1821, situato direttamente nel bosco, che una volta seccava quintali e quintali di castagne di tutto il paese, e intorno al vecchio casone gli eventi organizzati tutti gli anni, l'accensione del fuoco alla fine della raccolta, che brucerà per più di un mese costantemente, la festa del castagnaccio quando finalmente è pronta la farina, dopo che le castagne secche, private della buccia, sono state selezionate a mano UNA AD UNA per aver un prodotto di buonissima qualità, escursioni notturne alla luna piena e incontri con bambini.
Qualche anno fa la loro farina ha vinto il
Primo Premio Nazionale come migliore Farina di Castagne.
A questo proposito vorrei ricordare qui, a tutti coloro che a settembre cominciano a fare castagnaccio convinti di comperare farina nuova, che la cosa non è possibile, stando che la raccolta avviene più tardi, dura per tutto il tempo che le castagne cadono e si cominciano a seccare a fine ottobre, per avere il prodotto finito non prima di dicembre.
Quindi l'illusione di avere farina dell'anno subito appena si vedono cadere le prime castagne, è appunto un'illusione. Quella che si compera a settembre, ottobre, è farina dell'anno precedente, non per questo deve essere per forza cattiva, ma non è certamente fresca.
Ogni anno in questi giorni ai Sepponi si ripete l'antica cerimonia dell'accensione del fuoco nel seccatoio, con una piccola festa tra i presenti che quest'anno, per le ovvie ragioni legate al Covid, si è svolta per forza in formato ridotto.
É possibile seguire un filmato di qualche anno fa qui>>>
Per chi non avesse nozione di cosa sia un essiccatoio per le castagne, comune una volta su tutto l'Appennino, si tratta di una costruzione in muratura, di forma quadrata, che presenta un piano terra dove viene acceso a pavimento un fuoco di grossi pezzi di legna che brucerà lentamente per più di un mese, sopra un soppalco, oggi di rete metallica, dove da una finestra a sotto tetto vengono messe le castagne in modo che secchino con il calore che sale attraverso.
La costruzione è dotata di piccole aperture in alto che la fanno funzionare come un grande camino.
Silvia e Maurizio continuano la loro opera di recupero e innesto di castagneti, di recente stanno cercando di restaurare anche il vecchio mulino del paese, hanno lottato e lottano contro il cinipide, contro il mal dell'inchiostro, cercando di invogliare i giovani al recupero dei boschi abbandonati della zona, organizzando ogni sorta di eventi direttamente nel bosco come anche corsi di innesto.
Il loro lavoro è stato riconosciuto e il castagneto visitato dagli studiosi del settore.
Nonostante l'immenso lavoro fisico che c'è dietro al lavoro delle castagne, oltre la cura del castagneto, confrontato tutta la filiera con l'esiguo guadagno che resta, Silvia e neppure Maurizio, rimpiangono la città e meno che meno ora, quando la loro scelta di vita ha ancora di più un senso, quando la libertà e la possibilità di lavorare all'aperto permette di lasciarsi alle spalle le problematiche quotidiane di questo periodo.
È possibile trovare Silvia nei mercati e fiere della zona, dedicati alle produzione agricole di nicchia, con le sue marmellate, i funghi secchi, la farina e tutto quello che riesce a produrre in azienda e quest'anno le principali manifestazioni non si sono potute fare rendendo tutto ancora più difficile.
Così, a crederci, succede che a volte i sogni si avverano ...
Proprio per loro mi sembra adatta la favola del Fungo e la Castagna, che avevo scritto anni fa e con tutto il cuore a loro la dedico:
FUNGO E CASTAGNA
Quando Castagna, da bambina, provò ad infilare le sue tenere radici nell’ubertosa terra del sottobosco, lassù sulle pendici del verde Appennino Ligure, incontrò uno strano filamento bianco profumato. Ne restò inebriata e lui da lei avvinto.
Decisero di proseguire insieme per la strada della vita.
Castagna crebbe albero frondoso, indaffaratissimo a far foglie, fiori e frutti, era molto richiesta. Le sue foglie usate perfino come tortiera, il tronco come legno da costruzione e da ardere, e soprattutto lei, chiusa nel suo riccio spinoso aspettava di diventar farina, tanto attesa al finir dell’estate a servir da pane e companatico per il lungo inverno in arrivo.
In tutto questo daffare non è che Castagna riuscisse a vedersi molto con l’amato nonostante egli fosse saldamente attaccato alle sue radici e la loro vita insieme mooolto felice.
Si doveva risolver la questione e la soluzione si trovò, come sempre nelle coppie che funzionano, a mezza strada. Castagna si decise a cadere a terra ed egli a far capolino fuori, improvvisamente, quando meno lei se lo aspettava, per abbracciarla ancora con il suo profumo, nascosti fra le foglie gialle e rosse nel respiro umido dell’autunno
laboratorio e vendita,
si prega telefonare per appuntamento o visita al castagneto
347 310 899
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Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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